Franco Giubilei. «Siamo profondamente grati alla Regione Veneto perché è finalmente riuscita a quantificare il numero di lupi sul proprio territorio, e una regione di 38 mila chilometri quadrati è tenuta sotto scacco da ben 14, massimo 16 lupi».
Andrea Brutti, responsabile Fauna selvatica dell’Enpa, siete preoccupati dell’allarme rilanciato anche dal presidente Zaia?
«Più che di questo, siamo preoccupati del silenzio dello Stato e del ministero dell’Ambiente. Attendiamo che il ministro Galletti si faccia sentire a approvi il Piano lupi, che è scomparso dopo le proteste sollevate dalla prima versione che apriva alla possibilità di sparare. Lo Stato dovrebbe garantire la tutela degli animali selvatici, e il lupo è particolarmente protetto».
Significa che, anche volendo, una Regione non può muoversi autonomamente?
«Per legge deve comunque aspettare il via libera non solo dal ministero, ma anche dall’Unione europea».
Ma qual è la situazione del lupo in Italia, quanti esemplari ci sono e dove si trovano?
«Parliamo di 1000-1500 animali, fra i quali molti meticci, forse due terzi del totale, frutto dell’incrocio fra lupi e cani, sparsi dall’Appennino Centro-meridionale a partire da Molise e Abruzzo fino al Nord, e fra Lombardia, Piemonte e ora anche Veneto».
In Veneto vorrebbero uscire dal progetto Wolfalps.
«Uscire da quel progetto europeo sarebbe un errore e un danno per tutti gli allevatori, perché prevede misure di prevenzione come la sorveglianza dei pascoli e recinzioni, con interventi che però comporterebbero un sostegno economico agli allevatori. E poi ci sono motivazioni politiche: alcune forze, come la Lega, cavalcano l’onda emotiva come avviene con gli orsi in Trentino, invocando abbattimenti o interventi fantasiosi come la sterilizzazione».
Qui però si parla di attacchi al bestiame.
«Sono i meticci a compiere le razzie: hanno meno timore di avvicinarsi alle attività umane perché hanno più familiarità con noi, il lupo selvatico invece mira la preda e la attacca nel suo ambiente».
Esiste un censimento dei lupi?
«No, non sappiamo con esattezza né quanti siano né in quali Regioni si trovino, servirebbero più fondi per realizzarlo, e sarebbe molto utile».
La Stampa – 26 agosto 2017