Francesco Grignetti. Matteo Renzi ha deciso di rompere gli indugi. Con un paio di emendamenti al ddl Madia di riforma della Pubblica amministrazione, presentati ieri dal relatore Ernesto Carbone, renziano doc, attraverso la via della legge delega si cancellano sostanzialmente due tra le tante polizie italiane.
La cosiddetta Capitaneria di Porto-Guardia costiera perde la sua autonomia e rientra nei ranghi della Marina militare in quanto non avrà più un proprio Comandante generale. Le sue funzioni saranno assunte dal Capo di Stato maggiore della Marina, il quale erediterà anche i rapporti funzionali con i ministeri competenti.
Di pari passo si procederà allo scioglimento della Forestale spezzettandone le funzioni. In un’ottica di razionalizzazione, le funzioni di polizia ambientale e agroalimentare, compresi i reparti d’eccellenza che tutelano la salute degli animali e il contrasto al traffico di animali rari sono destinati a confluire nei carabinieri. Ci sarà una fusione di questi reparti con i Nas (antisofisticazione alimentare e salute) e i Noe (ecoreati). Facile immaginare anche l’amalgama tra le 1100 stazioni della Forestale e quelle dell’Arma.
Resta lo scoglio della veste giuridica del personale, che da civile diventerebbe militare. Non per caso, un altro apposito emendamento di Carbone prevede la possibilità per i singoli agenti della ex Forestale di scegliere se andare nella struttura in cui confluirà il corpo o in un’altra amministrazione. E nel caso di transito nei ruoli militari, se ci fossero tagli allo stipendio, è previsto un assegno «ad personam» per coprire la differenza.
Il problema della militarizzazione si porrà anche per i reparti nautici della Forestale. La dotazione di motovedette – nel Parco delle isole toscane, nell’Arcipelago Pontino e nelle aree marine protette delle isole di Capri, Ischia, Procida, Vivara, litorale Sorrentino – è quasi sicuramente destinata a finire nella Guardia di Finanza. La riforma Madia, infatti, tra le altre cose, mira a eliminare duplicazioni organizzative e logistiche in mare, stabilendo la preminenza della Gdf sulle forze operanti nelle acque territoriali.
Il multiforme Corpo della Forestale ha però anche reparti, di terra e di volo, che si occupano dello spegnimento degli incendi. Ebbene, anche qui sciogliendo un nodo annoso, il governo mira a far confluire uomini e mezzi nei Vigili del fuoco, unificando le strutture deputate al contrasto degli incendi, che si sviluppino nelle aree urbane o in quelle boschive.
Della Forestale resta infine il settore poco conosciuto, che pesa non poco per uomini e spese, dell’allevamento degli animali. È il cosiddetto Ufficio per la biodiversità, con allevamenti di bovini, ovini e cavalli . Finiranno con tutta probabilità alle Regioni o in qualche ministero.
Di fronte all’ipotesi dello spezzettamento, per di più con larga confluenza nell’Arma, protesta il sindacato autonomo Sapaf: «Questo – dice il segretario Marco Moroni – è un piano che respingiamo. A parte la militarizzazione, porterebbe alla dispersione del personale e delle tante professionalità di eccellenza».
La Stampa – 8 luglio 2015