“Con l’approvazione all’unanimità di una mozione presentata dalla sottoscritta, la Giunta regionale ha assunto l’impegno di fornire ai cittadini, in particolare alle donne in gravidanza, consigli ed indicazioni sugli accorgimenti da adottare per limitare gli effetti dannosi dei Pfas sulla salute, soprattutto quella materna e neonatale”.
Queste le parole, affidate ad una nota, della consigliera regionale di Alessandra Moretti Presidente Cristina Guarda, che spiega come“sia più che mai urgente guidare la popolazione della ‘zona rossa’, e in particolare le donne, le future mamme e le mamme, su quali siano le azioni più adeguate per tutelare preventivamente la propria salute e quella dei propri figli. Una tutela che deve partire fin dalla fase gestazionale”.
“Il via libera a questa mozione – sottolinea la consigliera regionale – riconosce questa necessità ed ora mi attendo che la Regione predisponga innanzitutto un vademecum che aiuti i cittadini delle aree più esposte a compiere scelte di qualità per quanto riguarda alimenti, utensili e vestiario. Il tutto, nella consapevolezza che si tratta di un territorio diverso dal resto del Veneto, perché sottoposto, giorno dopo giorno, da almeno 40 anni, ad un inquinamento costante e non soltanto legato all’acqua”.
“E’ inaccettabile che le donne di queste aree inquinate dai Pfas debbano rimanere in una condizione di svantaggio e senza sostegno – puntualizza Guarda – dobbiamo sentirci libere di scegliere di avere un figlio senza vivere nell’ansia determinata da un territorio e da un ambiente ostile perché inquinato. Gli equilibrismi tra le esigenze delle industrie e quelle della Salute pubblica devono cedere il passo ad una gestione di difesa totale di neonati e bambini da quei danni tossicologici evidenziati nel settembre 2016 dallo Studio sugli esiti materni e neonatali in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (a cura del Registro Nascita – Coordinamento Malattie Rare della Regione Veneto). Non parliamo di piccoli rischi, ma di patologie gravi per mamma e bambino”.
“Lo studio sui 21 Comuni della ‘zona rossa’ – spiega altresì l’esponente di Alessandra Moretti Presidente – pone l’attenzione sul possibile legame fra la diminuzione percentuale dei casi di SGA (piccoli per età gestazionale) e l’installazione dei filtri, con conseguente riduzione dell’esposizione con l’uso di acqua del rubinetto. O ancora, la degradazione del rischio di contrarre diabete gestazionale man mano che ci si allontana dall’area rossa”.
“Queste considerazioni – conclude Cristina Guarda – non possono che spingere energicamente la nostra Regione a prendere coraggio e ad intervenire subito, almeno con preventive indicazioni di comportamento, per la garanzia della salute delle attuali e future generazioni, tutelando il diritto alla maternità delle donne che risiedono nel territorio inquinato”.
18 aprile 2017