“La situazione veneta è grave e la pressione ospedaliera continua a crescere. Dall’ultima riunione della cabina di regia sul monitoraggio dell’andamento pandemico, la nostra Regione è l’unica considerata a rischio sanitario alto. Ad oggi il 15% dei posti letto in terapia intensiva è occupato, ma i conti sono fatti sul totale degli attivabili nello scenario peggiore; se contiamo esclusivamente i 560 previsti dalle schede la percentuale è oltre il 26%. Per questo chiediamo cosa stia facendo la Regione per l’attivazione dei restanti 500 in termini di personale, considerata la situazione di stress già esistente e che almeno nel breve periodo non è certo destinata a migliorare, come ha detto lo stesso Zaia. Ci ritroviamo con le stesse criticità di un anno fa, con la concreta possibilità di una implosione a fine anno”.
È quanto dicono le consigliere regionali del Partito Democratico in commissione Sanità, Anna Maria Bigon e Francesca Zottis a nome anche dei colleghi Giacomo Possamai, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello e Andrea Zanoni, citando i dati della cabina di regia nazionale. “Nella settimana dal 10 al 16 dicembre il Veneto registra 498,9 casi/100,000 abitanti, un tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti con Covid-19 del 16% e del 15% per la terapia intensiva. Se i tanti soggetti positivi possono essere dovuti anche al maggior numero di tamponi effettuati rispetto ad altre Regioni, il dato ospedaliero è quello che preoccupa davvero e le vacanze natalizie rischiano di trasformarsi in un incubo. L’investimento vero in prevenzione e sui professionisti sono prioritari e non più rimandabili. Chiamare eroi i medici non basta più, né a loro né ai cittadini che contemporaneamente si vedono sospese, per l’ennesima volta, le visite ordinarie”.