Il nuovo anno è cominciato all’insegna del tanto amato ma anche detestato grillo domestico (Acheta domesticus). C’è chi ne esalta le doti come fonte alternativa proteica a basso impatto ambientale già regolarmente consumata in molte parti del mondo, chi invece la vede come una minaccia al made in Italy.
La prima autorizzazione a livello Europeo per l’immissione sul mercato del grillo come alimento per l’alimentazione umana è del 10 febbraio 2022. L’Efsa allora concluse che il consumo di questo insetto è sicuro per gli usi presentati dalla società che richiese la valutazione (Fair Insects Bv).
Quest’anno, il 3 gennaio 2023, l’Ue ha autorizzato più nello specifico l’immissione sul mercato della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus, per un periodo di 5 anni alla sola società vietnamita Cricket One Co. Ltd, che aveva richiesto l’immissione del prodotto sul mercato.
Dal 24 gennaio, quindi, la farina si potrà trovare in numerosi alimenti, dando il via al suo uso in cucina: pane, cracker, grissini, barrette ai cereali, premiscele secche per prodotti da forno, biscotti, prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita, salse, prodotti trasformati a base di patate, piatti a base di leguminose e di verdure, pizza, prodotti a base di pasta, siero di latte in polvere, prodotti sostitutivi della carne, minestre, snack, bevande, prodotti a base di cioccolato, frutta a guscio e semi oleosi, preparati a base di carne.
Per quanto riguarda i rischi relative alle allergie, il grillo domestico può provocare reazioni nelle persone allergiche ai crostacei, ai molluschi e agli acari della polvere. Inoltre, l’Efsa ha specificato che se il substrato con cui vengono alimentati gli insetti contiene ulteriori allergeni, questi ultimi possono risultare presenti nel nuovo alimento. Per questo motivo, gli alimenti contenenti polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus saranno adeguatamente etichettati.
Autorità internazionali come la Fao considerano l’allevamento di insetti una valida alternativa sostenibile alla produzione di cibo per l’uomo e per gli animali d’allevamento. Sono ricchi di proteine, il grillo in particolare ne contiene dal 60 al 70%, di acidi grassi e sali minerali, hanno una maggiore efficienza di conversione del substrato alimentare rispetto al bestiame, possono essere allevati in piccoli spazi e su scarti e sottoprodotti organici che così vengono riciclati e convertiti, richiedono pochissima acqua per essere allevati, emettono meno gas serra e non danno rischi di zoonosi.
Negli ultimi anni molte realtà, In Europa e in Italia, stanno cominciando ad allevare insetti, sia quelli già autorizzati per l’alimentazione umana come grilli, locuste (Locusta migratoria) e larve della farina (Tenebrio molitor) ma anche altri insetti che possono essere impiegati per la produzione di energia, biodisel, bioplastica o fertilizzanti come l’Hermetia illucens.
Nonostante questa serie di vantaggi, gli insetti restano comunque ancora fuori dalla nostra cultura. Da un sondaggio della Coldiretti, infatti, il 54% degli italiani è ancora contrario all’uso degli insetti nella nostra dieta.