di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini, Il Corriere della Sera. Green pass soltanto dopo la seconda dose di vaccino, quarantena di 5 giorni per chi arriva in Italia dai Paesi con alto tasso di contagi, obbligo per le Regioni di effettuare un numero prestabilito di tamponi per rimanere in fascia bianca. Con l’avanzare della variante Delta il governo discute nuove misure di contenimento del virus. La risalita del tasso di positività che ieri ha sfiorato l’1% — è a 0,97 — e i numeri del bollettino quotidiano con 1.391 nuovi positivi e 7 decessi, convincono palazzo Chigi della necessità di intervenire per cercare di invertire la rotta. Ed evitare che anche quest’estate, come un anno fa, gli «allentamenti» delle misure possano compromettere la campagna vaccinale e riportare l’Italia in situazione critica. Anche per questo si chiederà di potenziare i controlli sull’uso delle mascherine, che all’aperto continuano a essere obbligatorie se ci sono assembramenti.
È l’ultima relazione dell’Istituto superiore di sanità a fotografare la situazione e mettere in guardia dai rischi. Soprattutto sui focolai di Covid-19 che, senza un controllo adeguato, rischiano di far aumentare i nuovi casi. Scrivono gli scienziati: «La circolazione della variante Delta è in aumento anche in Italia. Questa variante sta portando a un aumento dei casi in altri Paesi con alta copertura vaccinale, pertanto è opportuno realizzare un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi. È prioritario raggiungere una elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione in tutti gli eleggibili, con particolare riguardo alle persone a rischio di malattia grave, nonché per ridurre la circolazione virale e l’eventuale recrudescenza di casi sintomatici sostenuta da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità. Sulla base dei dati e della presenza di focolai causati dalla variante virale Delta in Italia e delle attuali coperture vaccinali, è opportuno mantenere elevata l’attenzione, così come applicare e rispettare le misure necessarie per evitare un aumento della circolazione virale».
I dati aggiornati al 4 luglio dimostrano che sono ancora 24 milioni le persone da vaccinare, mentre il tasso di mortalità tra chi ha ricevuto il ciclo completo è praticamente pari a zero e la copertura contro l’infezione sfiora l’80%. Per questo si sta valutando la possibilità di allungare la lista dei luoghi dovrà si potrà entrare soltanto con il green pass, già previsto per stadi, eventi, concerti, banchetti. Ma soprattutto di rilasciare il green pass soltanto dopo la seconda dose e non, come avviene adesso, quindici giorni dopo la prima. Un modo per tenere sotto controllo gli assembramenti e per incentivare i cittadini — i giovani in particolare — a immunizzarsi. Al momento nella fascia d’età tra 12 e 39 anni sono meno di 2 milioni i cittadini che hanno completato il ciclo e poco meno di 3 milioni quelli che hanno ricevuto la prima dose. Va meglio per chi ha tra 40 e 59 anni, ma in questa fascia ci sono ancora quasi 8 milioni di persone che non hanno ricevuto nemmeno la prima dose.
Esclusa la possibilità di eliminare l’obbligo di mascherina al chiuso, si potenzieranno i controlli per quanto avviene all’aperto. Le feste di piazza e gli assembramenti dell’ultima settimana — anche per i festeggiamenti della Nazionale di calcio — potrebbero aver influito sull’aumento dei contagi e per questo si intensificheranno le verifiche e i posti di blocco delle forze dell’ordine nei quartieri della movida e in tutti i luoghi dove è previsto che ci possa essere un maggior afflusso di persone.
Invertire la rotta
Il tasso di positività è a 0,97, il governo prepara gli interventi per invertire la rotta
Il ministero della Salute è al lavoro sulla modifica dei parametri per la classificazione delle varie fasce di rischio. È presumibile che l’aumento dei contagi possa far tornare alcune regioni, nelle prossime settimane, dalla fascia bianca a quella gialla. In ogni caso il gruppo dei tecnici guidato dal direttore della Prevenzione Giovanni Rezza, che sta discutendo con le Regioni la rimodulazione degli indicatori, sembra intenzionato a mantenere il calcolo dell’Rt — l’indice di contagiosità — sul numero di sintomatici, modificando quello relativo ai tamponi effettuati che consente la permanenza in fascia bianca. La soluzione più probabile è che venga introdotto l’obbligo di effettuare ogni settimana almeno 150 test (preferibilmente molecolari) ogni 100 mila abitanti.
Dopo l’aumento di casi in Spagna e Portogallo si sta valutando di introdurre una quarantena obbligatoria di cinque giorni per chi torna in Italia da questi Paesi. Una misura già applicata per chi rientra dal Regno Unito e che si potrebbe ritenere necessaria per evitare quanto era accaduto la scorsa estate, quando ci fu un’impennata di nuovi contagi provocata proprio dal ritorno incontrollato di chi aveva trascorso le vacanze all’estero. Un’eventualità da scongiurare in vista della ripresa di settembre delle attività e soprattutto perché le scuole — questo è l’obiettivo dichiarato del governo — possano riprendere con gli studenti al 100 per 100 in classe. E per questo si sta cercando di incentivare la vaccinazione dei professori, così come degli studenti che hanno più di 12 anni.
Il Cts ha già concesso il via libera all’apertura delle sale da ballo e delle discoteche con il green pass, ma la data non è stata ancora stabilita e con la curva epidemiologica di nuovo in salita non è affatto scontato che ciò avvenga. In tutta Italia si moltiplicano però le aperture di locali anche in maniera abusiva e per questo si dovrà valutare se non sia opportuno — come del resto chiedono da settimane le associazioni di categoria — concedere il via libera, in modo da poter controllare questo tipo di attività.