Il Corriere della Sera. Green pass valido 12 mesi in vigore fino all’estate, riapertura di tutti gli hub regionali per la terza dose e completamento dei cicli, chiusure in base al cambio di fascia delle regioni: mentre il numero dei contagi continua a salire il governo mette a punto la strategia per evitare misure restrittive confortati dal fatto che quasi 2 milioni di cittadini hanno già ricevuto la terza dose. Il sistema ospedaliero regge, anche se in alcune città si stanno aumentando i posti disponibili in area medica e terapia intensiva in modo da rimanere sotto la soglia critica. Ma con l’arrivo del freddo e delle festività di dicembre bisogna avere pronto il piano per fronteggiare la “quarta ondata” ormai partita in tutta Europa.
Ecco perché sembra ormai scontato che lo stato di emergenza venga prorogato fino al 31 marzo. Stessa sorte toccherà all’intera impalcatura messa su dal governo per fronteggiare il Covid, dal Cts alla struttura guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo. E di certo resterà l’obbligo di mantenere la mascherina al chiuso. «Non si tocca», ha avvertito il ministro della Salute Roberto Speranza che continua a chiedere il rispetto del distanziamento pur sapendo che non è più obbligatorio al cinema, al teatro o nelle sale da concerto.
Stato di emergenza
L’ultima proroga scade il 31 dicembre. La cabina di regia politica non deciderà prima di metà dicembre, ma è ormai chiaro che lo stato di emergenza dovrà continuare. È possibile che già prima di Natale si decida di varare un provvedimento, o comunque di inserire un emendamento in uno dei testi in discussione in Parlamento.
Green pass
L’obbligo di green pass per i lavoratori e per entrare in tutti i luoghi pubblici dovrebbe essere rinnovato almeno fino all’estate. Nelle ultime settimane si è discusso della possibilità di far durare il green pass soltanto sei mesi, ma il governo — come ribadito dal ministro Speranza — non sembra intenzionato a cambiare. Confortato anche dal parere degli scienziati. Su questo punto il Cts si era espresso il 27 agosto scorso, quando si era deciso di ampliare il periodo di validità da nove mesi a un anno per chi si è sottoposto alla seconda dose: «Sebbene alcuni studi scientifici mostrino, nel tempo, un calo del titolo anticorpale nei soggetti vaccinati e una riduzione dell’immunità sterilizzante offerta dai vaccini, le evidenze a oggi disponibili indicano che i soggetti compiutamente vaccinati mantengono, rispetto ai soggetti non vaccinati, elevata protezione rispetto al rischio di essere contagiati e, ancor più marcatamente, rispetto al rischio di sviluppare patologia grave (con un’efficacia, secondo i più recenti dati dell’Istituto Superiore di Sanità, quantificabile nell’ordine del 97%) grazie alla generazione e persistenza nel tempo di linfociti B e T di memoria che, in caso di contatto a Sars-CoV-2, sono in grado di attivare una risposta immunologica adattiva protettiva rispetto allo sviluppo e progressione di forme gravi di patologia Covid-19».
Hub vaccinali
È stato il commissario Figliuolo a sottolineare «visto quanto sta avvenendo in altri Paesi europei con la “pandemia dei non vaccinati”», la necessità di «incrementare il ritmo di somministrazione delle terze dosi, nonché di proseguire con il completamento dei cicli vaccinali primari». Ai governatori è già stato chiesto di riaprire gli hub che erano stati chiusi e a coinvolgere i medici di base. Una sollecitazione già recepita dal presidente della conferenza delle Regioni e del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che certamente riunirà i colleghi appena arriverà il via libera alla terza dose per chi ha meno di 60 anni. Figliuolo ha chiesto di «garantire la possibilità aggiuntiva di accedere alla vaccinazione direttamente presso gli hub vaccinali senza prenotazione», mentre medici e pediatri dovranno «ricorrere in modo sistematico alla “chiamata attiva”, procedendo alla prenotazione dei soggetti interessati alla dose “booster”» occupandosi anche degli under 12 quando l’Ema dirà che si può fare.
Zone a colori
Speranza ha ribadito al Corriere la validità del sistema dei colori che consente di mantenere aperte le attività imponendo misure drastiche solo in quelle aree dove la situazione peggiora, anche potendo ricorrere alle “zone rosse” in caso di eventuali cluster. Al momento l’Italia rimane bianca ma non è escluso che nel giro di qualche settimana alcune Regioni — Friuli-Venezia Giulia in testa e poi Marche, Calabria e provincia di Bolzano — possano cambiare colore e diventare gialle.