Nel settore sanitario la Grecia è già in bancarotta, visto che lo Stato non riesce più a pagare le medicine e nessuno è più disposto a far credito a ospedali pubblici e in generale al servizio sanitario nazionale.
Nel settore sanitario la Grecia è già in bancarotta, visto che lo Stato non riesce più a pagare le medicine e nessuno è più disposto a far credito a ospedali pubblici e in generale al servizio sanitario nazionale. La Grecia importa quasi tutto il suo fabbisogno farmaceutico, in special modo su quello relativo ai farmaci “normali”, ragion per cui i costi sono molto più alti di quelli che non si avrebbero affidandosi solo ai “generici”.
È un buco che ad oggi ammonta a 44 miliardi di euro e l’associazione di fornitori di materiale medico ha annunciato che da martedi cesseranno l’erogazione anche di siringhe, garze, guanti e simili a sei dei maggiori ospedali della capitale.
Anche i farmacisti sono sul piede di guerra e qualche settimana fa hanno scioperato proprio per protestare contro il fatto che l’istituto di previdenza sociale nazionale (Eopyy) deve ancora rimborsare loro le crescenti fatture per la fornitura di medicinali ai clienti mentre lanciano l’allarme perché alcuni farmaci hanno cominciato a scarseggiare. La Eopyy ha un debito di circa 250 milioni di euro nei confronti delle farmacie per le prescrizioni rilasciate in marzo. I farmacisti sostengono anche che l’Eopyy deve loro altri quasi 250 milioni di euro per medicinali venduti a credito nel 2011 ai loro clienti assicurati con fondi di previdenza sociale che sono stati incorporati in Eopyy all’inizio di quest’anno.
Le grandi multinazionali della medicina, secondo la Reuters, si stanno coordinando con le autorità mediche europee per una fornitura di emergenza di medicinali da inviare in Grecia. Ma pretendono in cambio garanzie specifiche: questi farmaci devono essere destinati solo a pazienti greci, i quali a causa della crisi si trovano a pagare prescirizioni anche del 10-15 per cento del prezzo del prodotto da acquistare, con il risultato che il mercato si atrofizza perché la gente non ha modo di pagare i medicinali.
L’Unità – 5 giugno 2012