I medici e i dirigenti del Servizio sanitario nazionale sono disponibili, in tema di pensioni, ai necessari sacrifici imposti dal difficile momento economico.
Ma “le misure in arrivo potranno essere accolte e accettate, per senso di responsabilità, solo se saranno improntate al principio di equità e di proporzionalità”, ricordando quanto fino ad ora “il pubblico impiego ha già dato”. A dirlo è Aldo Grasselli, segretario generale aggiunto della Confederazione sindacale medici e dirigenti, a margine del convegno Cosmed dedicato a crisi e sistema previdenziale, ‘ospitato’ a Roma all’interno del Congresso nazionale dei veterinari Sivemp.
“Noi dipendenti pubblici – spiega Grasselli all’Adnkronos Salute- sappiamo quello che abbiamo già pagato in questi 3 anni. Abbiamo perduto annualità contrattuali che non saranno più recuperabili”. Serve quindi equità. “L’obbligazione che lo Stato ha nei nostri confronti – continua Grasselli- non può essere trattata diversamente dagli altri impegni che lo Stato ha, come i Bot ad esempio. Alle loro scadenze gli impegni devono essere onorati. Possiamo accettare sacrifici, perché il Paese ne ha bisogno. Ma vogliamo che siano distribuiti equamente”. In particolare Grasselli cita “il grave ritardo nel recupero dell’evasione fiscale, che ammonta ormai a 120 miliardi di euro l’anno. A questi si devono aggiungere 60 miliardi legati alla malagestione della cosa pubblica. Per un totale di 180 miliardi di sprechi e mancati introiti, che formano un debito che dobbiamo sistematicamente regolare noi dipendenti pubblici”. Per il leader sindacale “dobbiamo vedere se il Governo sarà in grado di affrontare questi nodi epocali ed evitare una spaccatura sociale. Abbiamo una grande aspettativa da questo esecutivo tecnico, che non dovrebbe essere condizionato dalla componente più retriva della politica, quella che offre i suoi voti in cambio di favori”, conclude.
Adnkronos Salute – 17 novembre 2011