Obiettivo: raddoppiare il fatturato. La prima preda è francese. Poi toccherà ai tedeschi…
DI ROBERTA SCAGLIARINIR addoppiare il fatturato in tre anni crescendo per acquisizioni. Granarolo ha piani di espansione aggressivi e, per meglio passare dalle parole ai fatti, ha trovato un partner che li condivide. Venerdì scorso il gruppo lattiero-caseario ha firmato un accordo con Cooperare spa la nuova banca d’investimento del mondo della cooperazione. La merchant bank è entrata con il 45% nella newco Granarolo International, la società creata ad hoc da Granarolo spa per raccogliere le partecipazioni estere.
La prima acquisizione è già stata fatta in Francia, la francese Cipf Codipal, azienda che fattura 105 milioni, specializzata in formaggi a marchio proprio e private label e nella distribuzione oltralpe di formaggi italiani. E altre ne seguiranno a breve, in Germania, Gran Bretagna e nei Paesi del Nord Europa. Il target cui si rivolge il gruppo bolognese è quello di aziende di medie dimensioni, produttori o semplici distributori di formaggi, con un rapporto consolidato con i canali locali. Come nel caso francese l’idea di Granarolo è quella di crescere nei formaggi là dove i consumi sono maggiori ampliando, da un lato, la propria gamma nei prodotti caseari a maggior valore aggiunto per compensare gli scarsi margini del latte fresco e, dall’altro, creando nuovi canali di vendita all’estero per i prodotti dei propri stabilimenti.
Modo
L’espansione estera dovrebbe avvenire a piccoli passi non con un grande deal come quello tentato anni fa sulla Parmalat ma con acquisizioni mirate con l’obbiettivo di arrivare a 1,6 miliardi di ricavi entro il 2016. Lo sviluppo a valle programmato nel piano dovrebbe permettere al primo produttore nazionale di latte fresco di ampliare a monte la produzione dei mille allevatori che conferiscono la materia prima e controllano il capitale (attraverso il consorzio Granlatte) garantendo nel contempo la tenuta occupazionale ad oltre 2 mila dipendenti.
L’accordo con Cooperare spa prevede come tappa finale la quotazione in borsa di Granarolo, un’operazione tante volte avviata e altrettante rimandata, che adesso assume contorni più certi. Al momento del listing della società bolognese, la banca di investimenti scambierà le proprie azioni nella newco internazionale con azioni Granarolo spa che saranno cedute dalla controllante Granlatte a valori già fissati. La investment bank entrerà nella compagine azionaria a fianco di Granlatte che oggi ha il 77,5%, di Banca Intesa (19,8%) e di Cooperlat (2,8%).
Nel 2012, un anno difficile per il settore (le vendite di latte fresco sono scese dell’1,8%, e quelle di latte Uht dello 0,4%), Granarolo è riuscita ad aumentare i ricavi e a chiudere con utili in linea con l’anno prima. Il giro d’affari del gruppo che opera con 7 stabilimenti, nel comparto del latte fresco (24,3% di quota di mercato) dell’Uht (19,8%), degli yogurt (9,7%) e dei formaggi ha superato la soglia dei 900 milioni (922,6 milioni contro gli 848,6 del 2011) in crescita dell’8,7%.
Margini
Il margine operativo lordo è stato pari a 60,1 milioni e l’utile netto è salito a 11,5 milioni (+5,5%) di cui 4,5 destinati a dividendi. I debiti finanziari sono passati da 118 a 134 milioni ma in bilancio ci sono anche 95 milioni di crediti Iva. Granarolo, per far fronte alla crescente attività di m&a, sta anche studiando l’emissione di un bond da 150 milioni per svincolarsi dal debito bancario.
La lista delle ultime operazioni di compravendita è lunga. Negli ultimi giorni c’è stata la cessione al gruppo Clerici Sacco del 100% della controllata Csl, operante nei probiotici, fermenti lattici e lieviti destinati ai settori farmaceutico e lattiero-caseario. In precedenza è stata siglata l’acquisizione delle francese Codipal, quella dell’azienda sarda Ferruccio Podda (mirata all’export di formaggi duri come il pecorino), poi quella della brianzola Lat-Bri (terzo produttore di formaggi freschi italiano con 120 milioni di ricavi di cui il 40% esteri). E ancora la nascita di Granarolo Iberica, operante nel mercato spagnolo.
«Lavorare sulla crescita dimensionale — ha spiegato il presidente Gianpiero Calzolari all’assemblea dei soci — risulta ancora più strategico, soprattutto nel segmento dei formaggi duri e delle Dop, con cui nel lungo periodo potremo iniziare ad affrontare anche i mercati emergenti»,
Cooperare spa con quest’ultima operazione si candida a sostituire Unipol Banca, in fase di ridimensionamento, come banca di riferimento del sistema solidale. L’istituto affianca le imprese nelle operazioni di m&a e fornisce loro i capitali di rischio per le iniziative di sviluppo. I soci sono le finanziarie territoriali della Lega, la Coopfond, il fondo mutualistico nazionale, e tre banche (Bper, Banco Popolare e Cariparma). La banca d’investimenti ha partecipazioni in 14 imprese per un capitale investito complessivo di 331 milioni. Tra le partecipazioni stabili c’è quella dell’8,4% in Finsoe-Unipol a fronte di un investimento di 203 milioni , e quella del 34% nel colosso dei salumi Unibon-Gsi .
@rscaglia1 – Corriere della Sera – 3 giugno 2013