Si stringono i tempi per la messa a punto del nuovo Patto per la Salute tra Governo e Regioni. Al termine dell’incontro di oggi tra il ministro Renato Balduzzi e gli assessori alla Sanità delle Regioni è stato infatti deciso di accelerare i tempi fissando al 26 gennaio la scadenza per la presentazione di un documento articolato che dovrebbe costituire una sorta di prima bozza del Patto che dovrà comunque essere chiuso entro il 30 aprile. A lavorarci saranno da domani mattina i tecnici di diverse regioni che dovranno affrontare i singoli punti del nuovo Patto. Obiettivo principale resta il taglio di quasi 8 miliardi previsto dalla manovra estiva da qui al 2014.
Ma volontà comune è quella di inquadrare modi e tempi delle misure economiche in un quadro più ampio di riforme.
Un «incontro positivo nel quale abbiamo confermato la caratteristica del Servizio sanitario nazionale, cioè un lavoro continuo tra ministro e regioni, e abbiamo anche definito una scansione di lavoro più ravvicinata per poter insieme realizzare la scadenza del 30 aprile, cioè l’attuazione della manovra estiva e nello stesso tempo il Patto per la salute». ha detto il ministro della Salute Renato Balduzzi, al termine dell’incontro. «Manovra e Patto per la salute – ha sottolineato Balduzzi – sono una cosa sola, poi evidentemente il Patto potrà avere ulteriori affinamenti nel rimanente dell’anno». Tuttavia «l’importante – ha concluso il ministro – è la condivisione sull’idea che il Servizio sanitario nazionale può rimanere tale se si tengono insieme le prospettive delle risorse insieme con la qualità del servizio».
«Non possiamo immaginare di fare 8 miliardi di tagli e basta», dice un assessore al termine della riunione. «Vogliamo che questo sia un vero Patto per la Salute, organico e in qualche modo riformatore del sistema».
Un approccio che lo stesso ministro avrebbe caldeggiato durante la riunione sottolineando che andranno affrontati seriamente i diversi punti già delineati nella memoria presentata a dicembre dal ministero.
E gli obiettivi di cui si sta parlando sono effettivamente molti e ambiziosi. «Non so se si riuscirà ad affrontarli tutti», dice sempre l’assessore, «ma certo solo così, inquadrando il Patto in un ambito di interventi e misure strutturali, si salva il sistema senza strozzarlo con tagli trasversali di quella portata».
I punti in questione vanno dalla razionalizzazione della rete ospedaliera, alla ridefinizione dell’accreditamento e delle regole per la remunerazione. E toccano moltissimi aspetti delle dinamiche gestionali, organizzative e programmatorie del Ssn. Nuove governance per i farmaci e i dispositivi medici, razionalizzazione dell’assistenza agli anziani e ai non autosufficienti. Verifica dei Lea e gestione del personale sanitario regionale. Senza contare che si dovrà lavorare anche sui costi standard in arrivo dal 2013 e sull’individuazione delle Regioni benchmark.
Insomma un’agenda fittissima che probabilmente non riuscirà ad essere compresa tutta nel Patto ma che certamente dovrebbe dare respiro all’azione di contenimento della spesa, che resta comunque tassativa ai fini del rispetto dei conti pubblici.
tratto da Sole 24 Ore Sanità e Quotidianosanita.it – 11 gennaio 2012