Le Regioni chiedono un incontro urgente con Monti sul Ddl Stabilità approdato in Senato. Salute, Tpl e Welfare nel mirino. Senza un incontro urgente con il presidente del Consiglio Mario Monti «per fissare un’agenda che garantisca la sostenibilità dei servizi essenziali ai cittadini», «sarà responsabilità diretta dello Stato centrale continuare a garantire Sanità e trasporto pubblico locale».
Così le Regioni, nel documento approvato giovedì scorso, al termine della seduta della Conferenza confortata solo dalla «disponibilità manifestata da tutti i gruppi parlamentari per la presentazione di emendamenti al Disegno di legge di Stabilità che rispondono alla necessità di erogare i servizi fondamentali per i cittadini», ma contrassegnata da una innegabile certezza: il Servizio sanitario nazionale è a rischio di default. E l’allarme riguarda ormai tutti i governi locali. «Occorre riportare le risorse almeno alla quantità del 2012, è la prima volta che si avrebbe un decurtamento e il rischio concreto è che tutte le Regioni vadano in default», ha spiegato il presidente, Vasco Brani (Emilia Romagna). «Siamo pronti a chiedere l’intervento del presidente della Repubblica che è stato giustamente sollecito nell’ascoltare le richieste dei sindaci» – ha detto Fommigoni (Lombardia) -. «Il Governo deve trovare con noi le soluzioni migliori: siamo un pezzo dell’Italia. Chiediamo di evitare dictat che finiscono col ripercuotersi sui cittadini». I nodi cruciali sono riassunti nel comunicato con cui la Conferenza ha chiesto anche un tavolo di confronto con i ministri dell’Economia, per la Coesione territoriale e per le Politiche comunitarie, per affrontare questioni centrali per l’attivazione di politiche per il lavoro e l’impresa, l’utilizzo dei fondi Fas, le modalità di concertazione con le Regioni della posizione italiana rispetto al negoziato sui fondi strutturali. Così mentre la commissione Bilancio del Senato pronunciava il proprio sì preliminare al provvedimento sulla correttezza della copertura finanziaria del Ddl su cui ora si entrerà nel merito da questa settimana, le Regioni hanno ribadito che nella situazione attuale, con l’ulteriore taglio che andrebbe a sommarsi alla riduzione di circa 32 miliardi del Fondo sanitario nazionale dettato dalle finanziarie del triennio 2012-2014 non c’è alcuna possibilità di firmare un nuovo Patto per la salute per il triennio 20132015. E hanno ricordato che gli emendamenti proposti alla Legge di Stabilita non hanno costi aggiuntivi «come per esempio quelli in tema di ammortamento che consentono la ripresa di investimenti in Sanità e quelli tesi a garantire una più equilibrata gestione dei piani di rientro, anche ai fini di migliorare la gestione dei flussi di cassa». Per quanto riguarda l’edilizia sanitaria la Conferenza ha già chiesto un incontro urgente ai ministri competenti, finora non ottenuto, per definire il riparto delle risorse disponibili per l’anno 2012 spettanti alle Regioni che hanno concluso l’iter per la sottoscrizione degli accordi di programma, rispetto al quale l’Esecutivo è in forte ritardo. Sul trasporto pubblico locale, invece, le Regioni chiedono la modifica dell’articolo 9 del Ddl, ribadendo la «contrarietà alla creazione di un fondo unico nazionale e proponendo un meccanismo di fiscalizzazione basato sull’Irpef, come da accordo del 21 dicembre 2011, rispetto al quale il Governo è gravemente e incomprensibilmente inadempiente». Sul Welfare, infine, la richiesta che sia garantita la copertura confermando uno stanziamento, giudicato comunque minimo, per il fondo sociale
Il Sole 24 Ore Sanità – 4 dicembre 2012