L’occupazione è tornata in Italia ai livelli pre-crisi. A luglio, secondo le rilevazioni Istat, gli occupati erano 23 milioni 63 mila, poco sotto il picco toccato ad aprile del 2008 (23 milioni 191 mila). «Dati confortanti», dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Un record», per il premier, Paolo Gentiloni. Sbagliato entusiasmarsi, invece, secondo la Cgil.
I posti di lavoro sono aumentati di 59 mila rispetto a giugno e di 294 mila in un anno. I disoccupati sono 2 milioni 950 mila(11,3% della forza lavoro): 61 mila in più di giugno ma 17 mila in meno del luglio 2017. La disoccupazione giovanile è salita al 35,5%. Su base mensile l’aumento degli occupati di luglio è dovuto «interamente alla componente maschile». Ma rispetto a 12 mesi prima «la crescita interessa uomini e donne e riguarda i dipendenti (+378 mila, di cui 286 mila a termine e 92 mila permanenti), mentre calano gli indipendenti di 84 mila. A crescere sono gli occupati ultracinquantenni (+371 mila) e i 15-24enni (+47 mila) a fronte di un calo nelle classi di età centrali (-124 mila)», spiega l’Istat .
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sottolinea che da febbraio 2014 (nascita del governo Renzi) a oggi ci sono «918 mila posti di lavoro in più, dei quali 565 mila permanenti». Tuttavia, aggiunge, «dobbiamo rafforzare l’impegno per promuovere l’occupazione giovanile stabile», confermando così le misure allo studio del governo, in particolare il taglio del 50% dei contributi per 3 anni sulle assunzioni di giovani fino a 29 anni (cui potrebbe aggiungersi uno sconto di 4 punti permanente).
Sempre ieri, notizie incoraggianti sono arrivate sul fronte dell’inflazione. Ad agosto i prezzi sono saliti dello 0,3% su base mensile e dell’1,2% rispetto ad agosto 2016. Il leggero aumento si deve principalmente ai prezzi dei beni energetici e dei trasporti (+3,4% in un mese; +26% i biglietti aerei; +24% i traghetti), complici le vacanze estive. L’inflazione «acquisita» per il 2017 (cioè se le prossime variazioni fossero pari a zero) è dell’1,4%, dice l’Istat. Il carrello della spesa (beni maggiormente acquistati) è aumentato in un anno dell’1%.
«C’è la ripresa, lo dicono tutti i dati, dal Pil all’occupazione alla fiducia — ha detto il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, alla Rai —. Ora da ciclica deve diventare strutturale e il governo continua a lavorare in questo senso». «La ripresa dell’Italia è una buona notizia» ha commentato da Bruxelles il commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici, aggiungendo però che «con un deficit al 3% l’Italia non sarebbe in grado di ridurre il suo altissimo debito pubblico». Uno stop all’idea del segretario del Pd, Matteo Renzi, di spingere il deficit al 2,9% per sostenere la crescita. Idea non sposata neppure da Padoan, che dice: «Si tratta di mantenere un equilibrio e di migliorare sia la finanza pubblica che la crescita».
Enrico Marro – Il Corriere della Sera – 1 settembre 2017