Al The People’s supermaket gli alimenti un po’ malandati non si buttano ma si cucinano all’interno. Pietanze in vendita
«Evitare le perdite e riciclare tutto». In particolare in tempi di crisi. Un motto ecologista e anti-sprechi che ascoltiamo spesso ma è la prima volta che a farlo suo sia un supermercato. Quale? The People’s supermarket, una cooperativa alimentare nel quartiere di Holborn a Londra. «Il nostro obiettivo? Ridurre al minimo gli scarti prodotti dalla grande distribuzione, proteggere l’ambiente e prolungare la vita degli alimenti». Ma non solo: «Generare profitto». E così, all’interno del super c’è una cucina dove si cucinano gli «scarti».
NON SI BUTTA VIA NIENTE – Un pomodoro rimasto qualche giorno in più nel contenitore, non proprio perfetto ma con qualche ammaccatura, non verrà gettato come si fa di solito… ma diventerà un ingrediente fondamentale di una ricetta preparata nella People’s Kitchen. «Questo permette di inventare nuovi piatti (sani) – si legge sul sito internet -. I clienti potranno comprarli e consumarli a casa».
TUTTO RITORNA – Grazie a questo metodo, circa 100 chili di prodotti vengono riciclati ogni settimana. Se alcune pietanze cucinate non sono consumate in giornata vengono date in beneficenza. E se non sono più commestibili si trasformano in concime di un terreno dove sono coltivati i fiori e le piante in vendita al supermercato. Tutto ritorna.
L’ESEMPIO DI NEW YORK – Tutti i prodotti provengono da coltivazioni biologiche. E sono rigorosamente del Regno Unito (al fine di dare lavoro ai coltivatori locali). A ispirare l’idea è stato The Park Slope Food Coop, una cooperativa alimentare di Brooklyn, a New York. Ma Arthur Potts Dawson e Kate Wiches-Bull (gli fondatori del PSFC) non avevano pensato di trasformare gli avanzi (ancora commestibili) in una succulenta zuppa o in un sandwich da gourmet.
rburattino@corriere.it – 29 ottobre 2012