«L’agricoltura vale molto di più delle sottigliezze da azzeccagarbugli. E quella italiana e al suo interno quella veneta, hanno un valore che deve essere tutelato ad oltranza, su tutti i fronti, nazionale, europeo e internazionale». Lo ha ribadito l’assessore del Veneto Franco Manzato, intervenuto oggi a Roma alla Commissione Politiche Agricole, convocata su richiesta del Ministro Giancarlo Galan per approfondire la questione delle linee di coesistenza. “Come possiamo conciliare e difendere il riconoscimento di patrimonio dell’umanità dato alla dieta mediterranea – ha aggiunto Manzato – e operare per aprire in maniera generalizzata a colture di organismi geneticamente modificati che non appartengono al nostro territorio e che ci rendono di fatto dipendenti dall’estero?”.
“Su tale questione le Regioni sono state chiare e unanimi: il ministro è stato impegnato a rappresentare, anche in occasione delle riunioni in sede comunitaria, la posizione unanime delle Regioni e delle Province autonome di assoluta contrarietà rispetto alla autorizzazione della coltivazione degli organismi geneticamente modificati sul territorio nazionale; il ministro proceda invece con l’esercizio della clausola di salvaguardia per vietare la coltivazione del Mais MON 810 e della patata Amflora. La partita delle linee di coesistenza è, nel merito tecnico e giuridico, superata dai nuovi orientamenti proposti dalla Commissione europea ancora nel luglio scorso”.
“L’agricoltura nazionale siamo noi, le Regioni con le loro imprese, cui la Costituzione affida competenze esclusive – ha detto ancora l’assessore veneto – e semmai è materia di legislazione concorrente quella relativa ai rapporti delle Regioni con l’Unione europea, non il merito di una scelta che la stessa UE ha avallato da mesi. Il resto conta poco, se dobbiamo rinunciare alla nostra stessa sovranità. Il ministro su questo dovrebbe battere i pugni a Bruxelles. Perché qui non si tratta di libertà di commercio ma di lungimiranza e di salvaguardia della nostra libertà e della nostra identità. Ogm significa dipendenza da altri: commerciale, economica, di scelte imprenditoriali, mentre l’agricoltura, come l’ambiente, non è monetizzabile. Non serve avere un grande conto in banca se poi il nostro futuro si affida ad una biodiversità a rischio, sementi sterili, risorse naturali impegnate su orientamento di interessi economici di chi con la terra non ha dimestichezza e risorse naturali compromesse”.
Coldiretti: «Nessun compromesso. Non consegneremo le nostre imprese a logiche che tolgono identità e libertà»
Una barriera percorre tutta l’Italia, quella degli assessori regionali all’agricoltura che si oppongono ad un piano che apra il benché minimo spiraglio all’introduzione nel nostro Paese di Organismi geneticamente modificati. La stessa posizione dello scorso settembre è stata riconfermata anche oggi in occasione dell’incontro tecnico organizzato al Ministero dell’Agricoltura con una dichiarazione unanime da parte di tutti i rappresentanti che respingono la praticabilità della coesistenza e proclamano la sovranità delle Regioni come unico strumento per mantenere libero dagli ogm tutto il territorio italiano.
“Una vera muraglia il cui primo pilastro è in Veneto” – commenta Giorgio Piazza presidente di Coldiretti riferendosi alla posizione assunta da Franco Manzato al tavolo ministeriale durante il quale sono state esaminate le linee guida proposte da Giancarlo Galan.
“Non scenderemo a nessun compromesso – spiega Piazza – in gioco c’è il rispetto del lavoro dei nostri agricoltori. Qualsiasi apertura è segno di irresponsabilità verso la qualità e la tipicità dei prodotti coltivati nelle nostre campagne. Non consegneremo le nostre imprese a nessuna logica che tolga identità e libertà all’agricoltura italiana”.