Mentre ironia e ilarità ancora accompagnavano l’annuncio del Comune di Roma di voler far ricorso a pecore tosa erba per affrontare l’emergenza verde pubblico nella Capitale, ecco entrare in campo anche le mucche come possibile risorsa aggiuntiva proposta dall’amministrazione. Ed è stato forse proprio il coinvolgimento di nuovi animali, destinati, in mancanza di fondi, a misure bucoliche per attività di giardinaggio, che ha scatenato l’attacco di Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista, contro la giunta pentastellata di Roma. «Con queste dichiarazioni pastorali dell’assessore “competente” si prendono in giro i cittadini — ha detto Brambilla — inaugurando un nuovo genere di sfruttamento degli animali, sommamente politico: quello attuato per nascondere l’incapacità amministrativa, cioè la mancanza di un progetto serio di riorganizzazione e potenziamento del Servizio Giardini. Meglio affidarsi quindi a bovini e ovini, in attesa di reclutare anche i caprini, e poco importa se il traffico li spaventerà o li stresserà».
Eppure l’idea di «assumere» animali per far fronte all’incuria e all’abbandono di parchi e ville della città, dove prosperano erbe infestanti, fioriture spontanee, rovi e forasacchi che superano il metro d’altezza, era stata accolta come un buon rimedio alla penuria di giardinieri e mezzi meccanici persino dal Wwf che avrebbe addirittura suggerito di inserire nella task force di quadrupedi, anche gli asini «basta avere il controllo delle bestie».
Utilizzo, quest’ultimo, già sperimentato, ma con risultati altalenanti, quando era presidente della Provincia di Treviso, dal leghista Luca Zaia con asinelli dediti allo sfalcio ecologico (il progetto durò qualche anno e poi venne abbandonato).
Decisamente contraria invece Brambilla, che aggiunge: «Nell’Arcadia dei Cinque stelle le pecore e le vacche tosano l’erba, gli alberi diventano “spelacchi” oppure cadono, senza preavviso».
Intanto la Coldiretti del Lazio fa sul serio e a poche ore di distanza dall’annuncio dell’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari, ieri mattina era già in Campidoglio a parlare di protocollo d’intesa: «Abbiamo approfittato di quest’apertura da parte della sindaca Raggi per ampliare le strategie operative e riposizionare il fondo agricolo all’interno di una grande città — spiega Davide Granieri, presidente di Coldiretti Lazio — stiamo lavorando all’utilizzo di animali e mezzi agricoli per un piano anti erbacce che dovrebbe subito far fronte all’emergenza che si deve affrontare con urgenza a Villa Borghese, Villa Torlonia e nei quartieri di Spinaceto e Laurentino. Ci sarà un giro di bozze nei prossimi giorni e contiamo entro una settimana di arrivare alla firma dell’accordo. Ma con i 50 milioni di metri quadri di verde che attraversano la capitale c’è tanto da fare anche sul fronte della biodiversità: ora soltanto il 3% del pecorino si produce qui, ed è davvero troppo poco».
Il Corriere della Sera – 18 maggio 2018