Succede. A pochi metri dal fondale o a pochi passi dai propri piedi. L’incontro ravvicinato con l’altra metà del pianeta: animali in libertà, nel loro habitat naturale e in luoghi magnifici, da visitare, almeno una volta nella vita. Tutto dipende dal sito, dal periodo e, ovviamente, dalla fortuna. Perché nuotare con gli squali balena o danzare con le mante, trovarsi a tu per tu con gorilla e leoni è un’esperienza possibile.
Per alzare l’asta delle probabilità bisogna programmarsi, con l’aiuto di esperti. Dalle Maldive alla Svezia, dal Kenya al Sudafrica, ecco dove assistere al miracolo della natura. Cercando il battito animale.
I giganti
Quando il sole si alza sul mare, i delfini giocano a pelo d’acqua e i pesci volanti saltano in repentine e inaspettate corse nell’aria. L’incontro con l’Oceano è carico di aspettative. Il lato sommerso delle Maldive, 1.192 isole paradiso, nasconde i pesci più grandi del mondo: gli squali balena, protetti dal 1995 e studiati dal Maldives Whale Shark Research Programme (www.maldiveswhalesharkresearch.org). Nonostante le dimensioni (fino a 18 metri) e le 310 file di minutissimi denti, sono innocui. «Mangiano plancton — spiega Emidio Massei, responsabile del diving Blue Tribe del Constance Moofushi — e popolano tutto l’arcipelago maldiviano: l’inverno a ovest, l’estate a est. Nella zona sud dell’atollo di Ari, dove siamo noi, si trovano tutto l’anno, attirati dagli alti livelli di plancton nell’acqua. Il posto migliore per vederli? Maamigili, a un’ora di barca dal Moofushi o dall’Halaveli, altro resort in posizione felice per gli avvistamenti. Basta indossare maschera e boccaglio per nuotare tra loro». Sono quattro anni consecutivi che il Constance Moofushi riceve l’attestato Padi come miglior diving alle Maldive. I manta point sono a 5 minuti di barca e lo snorkeling tra le mante, specie protetta e studiata (www.mantatrust.org) che agli esploratori spagnoli ricordò una coperta («manta»), un’altra delle sue specialità. Un briefing su come comportarsi e poi in acqua per la «danza», il rito di corteggiamento che precede l’accoppiamento delle creature più aerodinamiche dei mari. Arrivano dall’abisso e hanno bocche enormi, un’apertura «alare» di quattro metri e movenze da ballerina, mentre ruotano in cerchio vicinissime all’uomo. E pensare che nelle culture indigene erano considerate dei mostri marini. Invece si cibano di plancton e l’uomo non lo toccano (volo Etihad dall’Italia a Malé via Abu Dhabi, 7 notti in Beach Villa, trattamento all inclusive, idrovolante: da 4.470 €, a settembre e ottobre, viaggidea.it). Altro mare, altro gigante. Per incontrare balene e capodogli non serve andare lontano: basta salire su Pelagos, la barca di 21 metri dell’Istituto Tethys, e affiancare i ricercatori nel Santuario dei cetacei, tra Liguria e Corsica. La base è a Sanremo Portosole (tethys.org). Celebri, gli spot del Madagascar (dall’isola di Tsarabanjina si vedono a occhio nudo: whale watching da agosto a novembre, 7 notti all inclusive, volo, da 2.790 €. Info: viaggidea.it) e del Sudafrica dove, a Hermanus, si festeggia con l’Hermanus Whale Festival l’arrivo del più grande mammifero al mondo (fly&drive, 7 notti, partenza il 29 settembre: da 1.143 euro. Info: www.alidays.it). Da giugno a novembre migrano dall’Antartide verso acque più calde per accoppiarsi, far nascere e crescere i loro piccoli. C’è persino un «whale crier», l’annunciatore che soffia in un corno per segnalare il miglior punto di osservazione. La terrazza di avvistamento di Grootbos, eco-lodge immerso in fiori e piante endemiche, è vicino. I biologi marini accompagnano ai safari ai Marine Big 5 da terra, in barca o con l’elicottero (198 balene in 30 minuti, il record, www.grootbos.com). Piacerà ai bambini Donna Nook, a Grimsby: la più grande nursery di foche grigie della Gran Bretagna si popola, da ottobre a dicembre, di un migliaio di femmine arrivate qui per partorire.
Nella savana
Un patrimonio naturale come quello del Ruanda, la terra delle mille colline, va tutelato, anche visitando i gorilla di montagna del Parco Nazionale dei Vulcani. I 500 dollari del permesso (la lista d’attesa è di mesi) servono infatti a sostenere la loro protezione. L’esperienza è di quelle che non si dimenticano: in cammino, anche per ore, dietro ai ranger che aprono il varco di una foresta fittissima a suon di macete. L’avvistamento è improvviso e, spesso, riguarda diverse femmine con cuccioli (attenzione a far sì che non si avvicinino, per giocare) e il silver back, il capo branco (www.kalaharinafrica.com). È un dono per la vita quello del David Sheldrick Wildlife Trust, nel parco Tsavo, celebre sanctuary kenyota dove salvano, svezzano e rieducano alla vita selvaggia elefantini orfani (adottabili a distanza su www.sheldrickwildlifetrust.org). Negli ultimi tre anni gli elefanti uccisi per rifornire di avorio i mercati neri asiatici sono stati oltre 100.000. Ora, l’obiettivo è quello di proteggere almeno 40.000 elefanti nei prossimi 5 anni: ad agosto il Kenya ha finalmente aderito all’Elephant Protection Initiative per sconfiggere i bracconieri.
I re della foresta
A ottobre, il bramito dei cervi in amore riecheggia nei boschi. Un muggito sordo, prolungato, simile a un ruggito. Esausti per i duelli con i rivali, scendono dalla montagna e si lasciano facilmente avvistare. Dove? In Valgrande, nel Bresciano, con i trekking della Casa del Parco Adamello di Vezza d’Oglio (ogni sabato e domenica dal 26/9 al 18/10, www.parcoadamello.it); nel Cansiglio, in Veneto (Centro di educazione Naturalistica Vallorch, turismoruraleveneto.it) e nel Parco dello Stelvio, in Trentino (www.stelviopark.it). Nel Grande Nord, la Lapponia è uno spettacolo di natura. Un territorio vasto, tra piatte distese di neve, foreste di betulle animate da rari villaggi ed esploratori che ricordano gli eroi di Jack London. Il safari? In Svezia si fa in motoslitta, alla ricerca dell’alce, accompagnati da Johannes Holmund, direttore dello Svansele Wilderness Camp (www.svandele.se ): una baita con tende lapponi e tante attività all’aria aperta. Oppure a cavallo, vicino a Kiruna, nella Ofelas Farm con le guide sami (dicembre-aprile, 170 €, www.ofelas.se). Bisogna avere un po’ di coraggio per incontrare un orso, ma in Svezia si fa anche questo: da un nascondino nella foresta nella regione di Hälsingland o a piedi e in canoa con le escursioni del Vargas Wilderness Lodge, sul Lago Öjungen, rifugio per il bear watching (4 giorni: 790 €. Fino al 30 settembre). Infine il lupo, di casa in Abruzzo. «L’attesa può durare anche ore — spiega Paolo Iannicca, guida turistica di Ecotur, cooperativa di Pescasseroli che organizza wolf trekking nel Parco Nazionale d’Abruzzo —, quasi sempre ripagata dall’ululato che segnala la presenza di un branco. Non ci sono pericoli, perché il lupo non attacca l’uomo» (www.ecotur.org). Lupi, ma anche renne, alci, linci, volpi artiche e buoi muschiati al Polar Park di Bardu, in Norvegia. Il suo Wolf Camp nasce per garantire la vita ai lupi in cattività. Avvicinarsi a loro è possibile, ma solo se maggiorenni (www.polarpark.no).
Carlotta Lombardo – Corriere della Sera – 11 settembre 2015