Glaxo SmithKline va verso la vendita di un nuovo e importante ramo d’azienda, quello del settore oncologico. Per il centro Gsk di Verona, quindi, in arrivo nuovi tagli (o trasferimenti) al personale che si sommano alle operazioni effettuate nel recente passato: risale all’estate 2012, infatti, la procedura di mobilità per 220 persone, che si aggiunge alla vendita di altre business unit, tra cui quella legata alla produzione di prodotti antitrombotici e all’ingegneria, senza dimenticare la dismissione del centro ricerche, 450 persone in tutto, acquistato negli anni scorsi da Aptuit.
Questa volta ad essere venduto sarà il ramo oncologico che Gsk cederà ai concorrenti di Novartis. A questa unità operativa fanno capo 68 persone complessivamente, 40 informatori farmaceutici e 28 dipendenti interni. Domani, in un tavolo cui parteciperanno Gsk, Novartis e le organizzazioni sindacali, saranno precisati i termini dell’accordo, ma la decisione di fatto è stata presa. «Rimane grande perplessità rispetto alle strategie dell’azienda – sottolinea Fabrizio Creston, segretario Femca Cisl Verona – visto che solo qualche mese fa Gsk aveva definito il settore oncologico come il fiore all’occhiello del sito veronese. Ovviamente, in questo modo, l’intero sito va a perdere valore: questa unità rappresentava il nucleo centrale dello stabilimento Gsk di Verona».
La cessione del ramo d’azienda si inserisce in una strategia di riposizionamento che Gsk sta realizzando a livello mondiale: cede a Novartis l’oncologico e in un’operazione simile, ma separata, acquisterà da quest’ultima il settore vaccini. «Rimangono, però, da capire quali saranno le conseguenze dei lavoratori – sottolinea Dennis Gambellara, segretario Uiltec Uil di Verona – perché ad oggi non abbiamo garanzie sul loro futuro. Ci è stato comunicato che gli informatori continueranno la propria attività, ma Novartis ha già i propri; in quanto agli interni c’è la possibilità che siano trasferiti nella sede centrale di Novartis in Italia, a Origgio in provincia di Varese». Margini di trattativa, su garanzie e bonus, da parte di Gsk non sembrano essercene. «Tuttavia li chiederemo – chiarisce Creston – per tutelare i lavoratori al meglio. Ribadiamo, però, che agli annunci di investimenti da parte dell’azienda non c’è corrispondenza nella realtà. Sappiamo, ad esempio, che non sono stati rinnovati alcuni contratti con Aptuit, il che significa che Gsk si sta ritirando da determinati settori. E questo ci preoccupa molto».
Samuele Nottegar – Il Corriere del Veneto – 25 novembre 2014