Le 11 Federazioni e Consigli nazionali degli Ordini delle Professioni sociosanitarie – medici e odontoiatri, infermieri, farmacisti, medici veterinari, professionisti dell’area tecnica, della riabilitazione e della prevenzione, ostetriche, chimici e fisici, fisioterapisti, psicologi, biologi, assistenti sociali – hanno celebrato oggi la Giornata alla presenza del Ministro della Salute Orazio Schillaci e del Vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri.
“Noi, professionisti sanitari e socio-sanitari, dedichiamo questa giornata a chi ha sofferto, a chi soffre e a tutte le persone che, con la loro attenzione e partecipazione, hanno aiutato ad arginare la pandemia con comportamenti coscienziosi e virtuosi. Siamo rimasti uniti, come lo siamo oggi per celebrare ‘insieme’ questa Giornata. E insieme è l’avverbio scelto per caratterizzare la comunicazione di questo evento, perché riteniamo che sostenere, nella sua interezza e complessità, il nostro Sistema salute, e garantire il nostro Servizio sanitario nazionale sia possibile solo con un impegno costante, competente, multidisciplinare e sinergico”.
È stata scelta una donna, Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi, per dare voce alle 11 Federazioni e Consigli nazionali degli Ordini delle Professioni sociosanitarie che hanno celebrato insieme, a Roma, la Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale, alla presenza del Ministro della Salute Orazio Schillaci e del Vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri.
Una scelta non casuale, ma nata dalla volontà di “rappresentare la componente femminile del Ssn, ormai maggioritaria all’interno dello scenario socio-assistenziale italiano”, ha sottolineato la presidente aprendo le celebrazioni della terza edizione di questa Giornata, voluta per onorare la dedizione il lavoro, l’impegno, di tutto il personale e del volontariato nel corso della pandemia, alla quale non ha potuto partecipare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a causa di un impedimento della ultimaora.
La giornata del “grazie”, del “ricordo” e delle “professioni”
“Per noi – ha detto Mangiacavalli nel suo discorso di apertura – è il giorno del ‘grazie” per il lavoro quotidiano delle nostre colleghe e dei nostri colleghi, che non si è mai fermato, prima, durante e dopo l’ondata pandemica. È il giorno del ‘ricordo’ di chi, nelle prime fasi della lotta al Covid-19, ha messo il bene comune e la salute pubblica davanti al proprio interesse personale, prima dei suoi affetti più cari, talvolta sacrificando la vita. E usiamo non a caso la parola ricordo al posto di memoria, perché è qualcosa che ancora ‘ci tocca’”.
Soprattutto, ha aggiunto la Presidente Fnopi, questa è la Giornata delle professioni “un termine che deriva dal latino professus, vale a dire la persona che ha dichiarato apertamente, e si connette al verbo profiteor, che rimanda a concetti quali dichiarare, riconoscere, confessare, impegnarsi, offrire, insegnare, esercitare”.
E tutelare queste professionalità, per il ministro Schillaci, è una priorità.
“Il capitale umano è la leva principale dei servizi sanitari – ha detto il ministro nel suo intervento – e il lavoro dei professionisti sanitari e socio-sanitari è essenziale per la piena tutela del diritto fondamentale alla salute, sancito dalla nostra Costituzione. Riconoscere i meriti e l’importanza degli operatori sanitari e sociosanitari vuol dire attivarsi per valorizzare al meglio la loro professionalità, dando risposte concrete a tutte le urgenze oggi più che mai attuali. E questa è una mia priorità”.
Per Schillaci, bisogna quindi affrontare la criticità della carenza di personale “emergenza nazionale”, restituendo attrattività al Ssn , che è uno dei migliori al mondo. Le leve sulle quali agire, sono “la rivalutazione del trattamento economico di chi ogni giorno è impegnato nel servizio sanitario pubblico”, i vincoli di spesa per il personale, per “permettere alle Regioni di potenziare gli organici e rafforzare i servizi sanitari regionali”. Ma bisogna anche investire su formazione e sviluppo delle competenze “sia specialistiche, che trasversali, legate a nuovi modelli di organizzazione del lavoro multidisciplinare e integrato”. Ecco perché, ha aggiunto il ministro, “occorre aumentare il numero di iscritti nelle Università e colmare la carenza di figure specialistiche”. L’esperienza della pandemia, ha poi aggiunto, ha insegnato a tutti noi quanto ”la salute pubblica sia cruciale, ha fatto emergere le eccellenze delle professionalità impegnate nel servizio sanitario nazionale ma, ha acceso un faro sulle criticità del sistema, da affrontare con la massima determinazione e urgenza”.
Non bisogna dimenticare, questo il monito.
“L’emergenza non è stata solo con il Covid, per voi l’emergenza è ogni giorno e il personale sanitario non può essere omaggiato solo nei momenti rituali” ha detto il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri ricordato che l’attività della scienza è fondamentale: “Anche se non è più a livello di due o tre anni fa la Pandemia c’è ancora. Le vaccinazioni devono proseguire – ha sottolineato – e ringrazio quanti si sono presi cura di tutti noi, come le farmacie che con la loro presenza capillare sul territorio hanno garantito vicinanza ai cittadini”.
“Attenti all’Alzheimer culturale”, ha ammonito monsignor Francesco Savino Vicepresidente della CEI. “Fare memoria consente di raccogliere il senso della storia e porgersi con maggiore responsabilità di fronte al futuro – ha aggiunto – la salute è un bene inviolabile per la Chiesa e per la società tutta”.
Soprattutto, ha detto rivolgendosi al ministro Schillaci e alle istituzioni “è indispensabile allocare maggiori risorse per la salute di tutti”. Per Vicepresidente della CEI sono tre le direzioni verso le quali procedere: potenziare in alcune Regioni la rete ospedaliera per dare a tutti la possibilità di accedere all’alta qualità delle cure; riequilibrare l’ospedale e la medicina di prossimità in particolare con i servizi domiciliari alla persona e infine potenziare l’offerta di servizi e strutture a carattere socio assistenziale in favore delle persone più fragili, rimettendo in particolare al centro la figura degli anziani.
No alla violenza contro gli operatori sanitari
Questa terza giornata delle personale sanitario è stata anche un’occasione per puntare i riflettori sulle aggressioni che i professionisti della sanità continuano a ricevere. Un tema sul quale si è soffermato il ministro Schillaci: “Considero indifferibile mettere in atto tutte le iniziative necessarie a tutelare l’incolumità del personale sanitario e sociosanitario, alla luce degli episodi di aggressione fisica e verbale che si ripetono con sconcertante frequenza, in particolare contro le donne. Da subito mi sono attivato per efficientare le attività di monitoraggio e prevenzione dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie e a breve – ha annunciato – partirà anche il tavolo dedicato ai pronto soccorso, dove si verificano con più frequenza i casi di aggressioni”.
“A tutte le professioni sanitarie, socio-sanitarie, socio-assistenziali e del volontariato rivolgo la mia vicinanza e profonda gratitudine – ha concluso il Ministro – mai come adesso prenderci cura di chi si prende cura di noi è una priorità assoluta, nella consapevolezza che la salvaguardia e la valorizzazione di chi lavora in sanità è essenziale per assicurare a ogni persona le migliori condizioni di prevenzione, cura e assistenza”.
E sulle aggressioni al personale sanitario, ancora una volta, i Presidenti hanno voluto mettere al primo posto le donne. Durante la mattinata, infatti, le letture di brevi testi di scienziate e scienziati, poeti e poetesse si sono alternate con esecuzioni musicali della Red Shoes Women Orchestra, diretta dal Maestro Dominga Damato e composta da sole musiciste donne. “La scelta di privilegiare un’orchestra al femminile – hanno ricordato i presidenti delle 11 Federazioni – nasce dalla comune volontà di lanciare un segnale di attenzione per contrastare la violenza e gli episodi che la cronaca continua a registrare e che, purtroppo, sempre più spesso sono perpetrati, in particolare contro le donne e contro i professionisti sociosanitari a prescindere dal genere”.
Ester Maragò – Quotidiano sanità