L’apparizione di nuove malattie infettive, come la SARS, unita alla globalizzazione degli scambi sia di merci che di persone, rendono necessario modernizzare la legge attuale sulle malattie trasmissibili per contrastare con tempestività e maggiore efficacia l’insorgere di eventuali epidemie.
Lo ha dichiarato oggi il ministro della sanità Alain Berset in vista della votazione popolare sulla nuova legge sulle epidemie (il 22 settembre), normativa contro la quale è stato lanciato il referendum. Quanto alle vaccinazioni, Berset è stato rassicurante: nessuno verrà obbligato ad immunizzarsi.
A detta del consigliere federale friburghese, la nuova legge, caldeggiata anche dai cantoni, limita l’attuale possibilità concessa a quest’ultimi di dichiarare obbligatoria una determinata vaccinazione, eventualità peraltro mai verificatasi.
La nuova legge, che dovrà sostituire il testo del 1970, prevede l’obbligatorietà della vaccinazione solo in casi eccezionali, ossia quando è a rischio la salute pubblica, e per gruppi specifici di persone.
“Può essere il caso del personale di un ospedale impiegato nel reparto pediatria”, ha affermato Berset, precisando che anche in questo frangente un soggetto potrà rifiutare di farsi immunizzare.
Ad ogni modo, Berset ha sottolineato l’importanza delle vaccinazioni, prassi che ha permesso di sradicare in Svizzera malattie gravi come la poliomelite, e di limitare l’apparizione di altre affezioni non meno micidiali, come la meningite o il tetano.
Un altro aspetto contestato della legge riguarda l’elaborazione e l’attuazione di programmi di protezione della salute pubblica da malattie contagiose – Aids, epatite, morbillo, meningite ecc . – nelle scuole. Berset ha precisato che la competenza di simili programmi rimarrà in mano ai cantoni e che le informazioni dirette a bambini e adolescenti saranno tagliate su misura per loro.
16 agosto 2013