Il virus Schmallenberg è ancora in aumento, ma non tutti i casi sono noti. Nei vitelli il controllo è difficile. Il test rapido per gli agnelli non è adatto per vitelli
La diffusione dello Schmallenberg virus in bovini, ovini e caprini progredisce. Continuano a essere segnalati nuovi casi ogni giorno. Secondo la Rhine-Westphalia del Nord Agenzia di Stato per la protezione della natura, dell’ambiente e dei consumatori (LANUV) ci sono un numero considerevole di casi non denunciati, poiché non tutti gli agricoltori avrebbero segnalato la presenza del virus. «Gli agricoltori valutano attentamente se riferire la presenza della patologia o meno, visto che potrebbe significare per l’allevatore uno svantaggio di marketing», ha detto il portavoce Peter Schütz. Dal mese di aprile è infatti un obbligo nazionale segnalare gli animali malati per i veterinari e i laboratori. Lo stesso agricoltore può portare animali malformati. Non ci sono altri controlli.
Attualmente non ci sono cifre esatte per quantificare il danno. Elke Reinking, portavoce per le Friedrich-Loeffler-Institute (FLI) «Finora sono state considerate solo le imprese, ma non sono stati contati i singoli animali». Inoltre, non vi è alcuna prova rapida appropriata in grado di rilevare il virus in modo certo. «La gravidanza nei bovini rispetto alle pecore è più lunga. I vitelli malformati sono stati studiati con le tipiche malformazioni congenite dopo l’infezione, ma non è stato trovato il virus. Sarebbe importante pertanto, un test anticorpale pre-colostro prima che l’animale prenda gli anticorpi della madre che si trovano nel sangue» detto Elke Reinking.
Gli allevatori lamentano perdite economiche derivanti principalmente dalle ormai imposte restrizioni all’esportazione. La Russia, che è uno dei più grandi acquirenti di bovini da carne vieta anche l’importazione di carne di maiale da parte dell’Unione europea. Oltre alla Russia, anche Ucraina, Egitto, Algeria, Messico e Stati Uniti hanno imposto restrizioni commerciali. «Le perdite economiche sono elevate», ha detto Hubert Cramer dell’Associazione degli allevatori tedeschi di Bonn. Difficile quantificare al momento esattamente il danno.
Mappa: diffusione del virus Schmallenberg. Aprile 2012. Alla diffusione del virus sono interessati al momento otto paesi europei. Oltre alla Germania, Paesi Bassi, Belgio, Gran Bretagna, Francia, Italia, Lussemburgo e Spagna hanno segnalato casi di recente.
agrarheute.com – 25 aprile 2012