Quest’estate è stata approvata una legge che impone un’etichettatura obbligatoria che indichi le condizioni degli allevamenti sui prodotti di carne. Si partirà da quelli di carne suina nel 2024. Le categorie di allevamento sono cinque. La misura non viene accolta positivamente da tutti: ci sono critiche anche da parte degli animalisti.
Dal 2024 la carne di suino avrà un’etichetta con informazioni sull’allevamento da cui proviene
A giugno il Bundestag ha proposto una legge che impone un’etichettatura obbligatoria sui prodotti di carne. L’etichetta dovrà indicare le condizioni dell’allevamento degli animali. La misura è stata approvata dal Bundesrat a luglio di quest’anno. Secondo i piani del ministro federale dell’Agricoltura Cem Özdemir, la legge dovrebbe essere messa in atto dall’inizio del 2024 per i prodotti nazionali e dovrebbe partire dalla carne di maiale in commercio. Successivamente si prevede un’espansione ai prodotti provenienti da altre specie di animali.
La misura è pensata per garantire trasparenza e chiarezza su come gli animali sono tenuti negli allevamenti. In questo modo i consumatori possono prendere decisioni più consapevoli e dare anche una direzione al mercato. L’etichettatura dovrà fornire informazioni neutre su come vengono tenuti gli animali. Non si tratta di un’etichetta valutativa, ma informativa.
Le categorie di allevamento indicate sull’etichetta saranno cinque
L’etichetta dovrebbe essere sobria ed oggettiva: un rettangolo bianco con la scritta «allevamento di animali» in una cornice nera. Le categorie possibili sono cinque:
- stalla: gli animali durante l’ingrasso sono tenuti secondo gli standard minimi di legge
- stalla con più spazio: gli animali hanno il 12,5 percento in più di spazio rispetto agli standard minimi di legge
- stalla con aria fresca: gli animali sono a contatto con il clima esterno attraverso almeno un lato aperto della stalla
- all’aperto/pascolo: gli animali possono correre e stare all’aperto durante il giorno
- biologico: gli animali sono tenuti secondo i requisiti del regolamento biologico dell’UE, ovvero hanno un’area ancora più ampia in cui correre e ancora più spazio nella stalla
La misura viene approvata da alcuni, criticata da altri
Le reazioni a questa decisione sono state contrastanti. La Comunità di interesse degli allevatori di suini in Germania (ISN) si è dichiarata favorevole. L’amministratore delegato dell’ISN, Torsten Staack, ha affermato che la classificazione dei sistemi di allevamento non solo crea trasparenza per il commercio, ma è anche una linea guida centrale per gli allevatori per l’ulteriore sviluppo delle loro stalle. Anche l’associazione di agricoltori biologici Bioland ha descritto la misura come «il segnale di partenza per la ristrutturazione urgentemente necessaria della zootecnia».
Invece, l’Associazione tedesca degli agricoltori ha preso una posizione critica nei confronti dell’etichetta. I problemi che ha rilevato in essa sono l’eccesso di burocrazia, la mancanza di sostegno finanziario per gli agricoltori ed il fatto che gli agricoltori tedeschi sarebbero svantaggiati rispetto agli agricoltori stranieri.
Sono arrivate anche critiche dall’organizzazione dei consumatori Foodwtach e organizzazioni per la protezione degli animali come il Tierschutzbund, che hanno accusato il governo federale di legittimare «sistemi di allevamento che violano chiaramente il benessere degli animali». Gli animalisti si sono dichiarati contrari a questa misura perché questa di fatto non aiuta gli animali a vivere meglio.
Germania, approvata un’etichetta statale sull’allevamento dei suini