Numero chiuso, si cambia. Parola di Mariastella Gelminiche ha dato mandato al tavolo tecnico ministeriale – che si sta occupando di rivedere i test di accesso alle facoltà con i “posti blindati” – di pensare a un «sistema di graduatorie» per i candidati che partecipano ai quiz. Questo perché spesso, ha spiegato il ministro al question time alla Camera, «chi concorre viene escluso su una sede, ma con lo stesso punteggio sarebbe potuto entrare in un altro ateneo».
Allo studio graduatorie per due/tre sedi
Attualmente ha detto Gelmini «ciascun candidato concorre per una sola sede e può essere escluso dal sistema anche se, magari, con quel punteggio sarebbe entrato in un altro ateneo. Ho chiesto al tavolo tecnico di valutare con urgenza la fattibilità, a partire da quest’anno, di graduatorie che comprendano su base regionale almeno due o tre sedi per dare più opportunità ai giovani e quindi per accorciare il percorso universitario e il loro ingresso nel mondo del lavoro».
Da rivedere i test di cultura generale
Nel mirino, ha proseguito il ministro, anche i quiz di cultura generale per accedere in molte facoltà, che Gelmini bolla come «inadeguati». «Le modalità di accesso ai corsi universitari – ha sottolineato Gelmini – sono un tema di grandissima attualità, abbiamo già avviato un confronto con i presidi, il Cun e ovviamente gli studenti per modificare criteri e modalità di stesura dei test di accesso, ma il lavoro da fare è ancora tanto». I test di cultura generale, per esempio, «sono scarsamente adeguati al tipo di selezione di cui abbiamo bisogno. Serve più qualità, trasparenza e una valutazione effettiva dell’idoneità degli studenti».
Andrea Lenzi confermato alla sella del Cun
Da segnalare oggi anche la conferma, a larghissima maggioranza, di Andrea Lenzi alla guida del Cun. Lenzi, endocrinologo alla Sapienza, resterà in carica per ulteriori due anni. E ha già ricevuto una lettera del ministro Mariastella Gelmini che auspica il sostegno dell’organo di consulenza del Miur nell’applicazione e monitoraggio della riforma. «In questi anni il cun – ha commentato lenzi – ha contribuito alla definizione dei provvedimenti attuativi della riforma universitaria, si é impegnato a stabilire gli indicatori di qualità dell’attività scientifica all’interno dei diversi livelli concorsuali e a ridurre il numero dei settori scientifici disciplinari». E ora, ha aggiunto, «continuerà a operare per migliorare l’efficienza del sistema, monitorare l’andamento della riforma e sollecitare la politica nel finanziamento degli atenei».
Ilsole24ore.com 23 febbraio 2011