«Sì, purtroppo sono stati loro tre». Sapeva che di lì a pochi minuti qualcuno sarebbe venuto a cercare i suoi studenti. E di fronte ai carabinieri, entrati nel villaggio turistico dove la sua scolaresca era alloggiata, non ha cercato di evitare loro una denuncia a piede libero con l’accusa di uccisione di animali.
È stato grazie anche al senso civico di quel professore danese che i militari della compagnia di Peschiera sono riusciti a risolvere in pochi minuti il «giallo» del cigno trovato morto in mezzo alle canne del lido Cappuccini. Una domenica pomeriggio di follia sulle sponde del Garda per i tre adolescenti in gita in Italia insieme al resto dell’istituto. Arrivati dalla Danimarca nei giorni scorsi, studenti e professori avevano trovato alloggio in un villaggio turistico a ridosso della spiaggia dei Cappuccini.
Domenica i ragazzi avevano trascorso l’intero pomeriggio sul lungolago. Alcuni di loro, come hanno poi raccontato i testimoni agli investigatori, avevano iniziato all’improvviso a molestare uno dei cigni reali che hanno il nido tra le canne di bambù. Lo inseguivano, probabilmente per accarezzarlo o immobilizzarlo per scattarsi un selfie da pubblicare sui social. Ma non avevano fatto i conti con l’indole aggressiva dell’animale. Il cigno è monogamo e si lega per tutta la vita alla propria compagna, mettendo al primo posto la tutela di nido e prole. Ed è stato forse per il suo istinto che di fronte al blitz dei ragazzini, l’animale ha reagito con il suo classico modus operandi.
Prima ha allungato il collo, poi ha aperto le ali e infine ha gonfiato il petto iniziando a «soffiare» dalle narici del becco. Spaventati, i ragazzi hanno iniziato a lanciargli contro dei sassi e a tentare di colpirlo con dei bastoni. E quando il poveretto ha tentato di nascondersi tra le canne, la fitta «sassaiola» è continuata. Una tempesta di pietre che non ha lasciato scampo al cigno, trovato morto da alcuni passanti che hanno chiamato il 112. All’arrivo sul posto i carabinieri hanno richiesto l’intervento del servizio veterinario dell’Usl 9.
I tecnici hanno recuperato la carcassa, trasferita poi nei laboratori dell’istituto zooprofilattico per l’esame autoptico. Ma i militari dell’Arma non hanno perso tempo: in pochi minuti sono riusciti a individuare la struttura dalla quale erano stati visti andare e venire i tre baby-aguzzini. E, una volta entrati nel villaggio, hanno chiesto di parlare con un insegnante. Il professore, venuto a conoscenza della folle aggressione, ha consegnato subito i tre ai carabinieri che li hanno denunciati al Tribunale dei minori. Vacanza rovinata: in caso di condanna il codice prevede una pena tra i 4 mesi e i due anni per chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale.
Il Corriere del Veneto – 18 ottobre 2017