Cardiologia, primo piano, camera doppia, un filo di luce. Maglietta bianca della salute, la gamba fratturata in trazione, le mani intrecciate a quelle della moglie Sandra, che non lo lascia un attimo. Inavvicinabile. Le uniche parole che filtrano raccontano di un uomo in grossa difficoltà, fisica e psicologica: «Voglio essere presente alla Camera quando si deciderà sul mio arresto, è mio diritto difendermi e proclamare la mia innocenza di fronte ai colleghi!».
Lo chiamavano «il Doge», un secolo fa. Ora sta combattendo la partita più complicata della sua vita tra malanni fisici e l’incubo di finire in un carcere. È ancora un uomo libero, Giancarlo Galan 57 anni, per tre lustri alla guida del Veneto, ex ministro, attualmente presidente della commissione Cultura della Camera: ma per quanto? La Procura di Venezia ha chiesto il suo arresto per corruzione nello scandalo Mose, la Giunta per le autorizzazioni ha dato nei giorni scorsi il via libera (16 sì contro 3 no), oggi pomeriggio era previsto il voto a Montecitorio, ma la presidenza della Camera, su sollecitazione dello stesso ex governatore e dei suoi legali, ha concesso un rinvio di due giorni (giovedì alle 11), pur sottolineando «l’esigenza di una tempestiva risposta all’autorità giudiziaria». Concessione minima per uno nelle sue condizioni fisiche. La doppia frattura (perone e tibia), che si è procurato una decina di giorni fa mentre potava alcune rose, ha innescato una serie di complicanze cardiocircolatorie che ora lo costringono in questa stanzetta dell’ospedale di Este, ai piedi dei Colli Euganei, non lontano dalla amata villa Rodella, causa di alcuni dei tanti guai giudiziari che gli sono rovinati addosso. «Sarà impossibile la sua presenza giovedì alla Camera…» afferma l’avvocato Antonio Franchini, che dà un’interpretazione diversa del rinvio: «Non credo si voterà, penso che dopodomani i capigruppo valuteranno l’ipotesi di uno slittamento del pronunciamento. In qualsiasi Stato democratico sarebbe così, non vedo perché tutta questa furia per portare a casa lo scalpo…».
Se prima era un duello in punta di diritto per evitare il carcere (i legali del parlamentare hanno già pronte le istanze al gip di Venezia per chiedere, in caso di via libera all’arresto, i domiciliari), ora la situazione sta assumendo connotati umani più dolorosi. «Soffre molto, la frattura rischia di avere ripercussioni su un quadro clinico appesantito dal diabete» racconta chi gli è vicino. Da quando si è fratturato, le condizioni dell’ex governatore sono peggiorate. Tra mercoledì e giovedì scorsi si è presentato al pronto soccorso per un inizio di tromboflebite causata dall’ingessatura. Tornato a casa, è stato nuovamente riportato all’ospedale di Este sabato notte dopo aver accusato un malore. A quel punto i medici hanno deciso per il ricovero, «necessario — recita il comunicato dell’Usl 17 — per procedere agli accertamenti e alla terapia connessa». L’eventuale slittamento del voto alla Camera aprirebbe nuovi scenari nella strategia difensiva di Galan, la cui vicenda potrebbe rientrare tra i casi contemplati dal decreto Orlando che esclude l’arresto per previsioni di pena inferiori a tre anni. Su questo, Forza Italia intende dare battaglia. E Galan, che ha respinto a colpi di memorie difensive tutte le accuse (da quella di aver ricevuto per anni «uno stipendio» di un milione di euro dal Consorzio Venezia Nuova, ai conti esteri, fino alle ristrutturazioni della villa), vorrebbe giocarsi la partita in prima persona. E non ritrovarsi, come invece rischia, piantonato dai carabinieri in una stanza d’ospedale.
Francesco Alberti – Il Corriere della Sera – 15 luglio 2014