In Europa si discute circa l’opportunità di cambiare lo status degli equidi da “animali destinati alla macellazione”, quindi alla catena alimentare dell’uomo, a quello di “animali da compagnia” ma la Federazione dei Veterinari Europei (Fve) interviene sull’argomento con una posizione che l’Enpa ritiene assolutamente sconcertante.
Infatti, a detta dei veterinari, salvare gli equidi dal macello vietando un volta per tutte il consumo della loro carne, comporterebbe un peggioramento del loro benessere. Secondo i veterinari, lo stop alla macellazione “si tradurrebbe in un aggravio dei costi per l’eutanasia e lo smaltimento delle carcasse, a carico dei proprietari” e questo determinerebbe, a sua volta, un aumento degli abbandoni. E non è tutto. Nello scenario apocalittico descritto dalla Fve non manca neanche il nefasto presagio legato a un incremento per i trasporti degli equidi su lunga distanza; un escamotage per aggirare il presunto aumento dei costi di cui sopra, portando gli animali al di fuori dei confini europei. «Se dal punto vista etico la posizione dei veterinari europei è sconcertante e inaccettabile; da quello logico, e scientifico, è assolutamente insostenibile», commenta l’Ente Nazionale Protezione Animali che aggiunge: «A meno di voler dimostrare che sussista un rapporto causa/effetto tra premesse (lo stop alla macellazione) e conseguenze (peggioramento del loro benessere degli equidi), che nella realtà dei fatti è indimostrabile. Per assurdo: se ciò fosse vero, perché allora non attribuire lo status di animali da macellazione anche a cani e gatti, come provocatoriamente afferma la Lav? Stando al presupposto della Fve questa potrebbe essere una soluzione ai problemi del randagismo e degli abbandoni!!!» E’ dimostrato, invece, che stiamo vivendo un profondo cambiamento culturale. E i veterinari della Fve sembrano non sapere o volere riconoscere che una parte crescente dei cittadini non solo italiani, ma anche europei, considera gli equidi come animali d’affezione e proprio per questo ritiene moralmente inammissibile il consumo della loro carne. Insieme ad altre associazioni animaliste l’Enpa si è sempre battuta, si batte, e continuerà a battersi, affinché questo importantissimo passaggio culturale sia recepito dalle normative nazionali ed europee, a prescindere dalle inaccettabili (e interessate?) iniziative della Fve. Invitiamo la Fnovi, aderente italiana alla Fve, che sul suo sito sponsorizza la proposta della stessa Fve a rivedere le proprie posizioni, ritenute inaccettabili dalla gran parte dei cittadini italiani.
Enpa.it – 22 settembre 2011