Sono passati cinque mesi dall’ultimo aggiornamento del Ministero della salute (*) sul numero di persone colpite da epatite A per aver mangiato frutti di bosco surgelati ( a febbraio 2014 erano più di 1.000 in tutta Italia). In questi giorni doveva essere pubblicato un aggiornamento della situazione che però non c’è stato.
Il motivo è che l’Efsa dovrebbe uscire a metà agosto con un documento focalizzato su questa epidemia che ha coinvolto diversi paesi europei e di cui non si è riusciti ancora ad identificare l’origine. Le notizie raccolte da Il fatto Alimentare sull’evoluzione dell’epidemia sono abbastanza tranquillizzanti. Fonti bene informate ci dicono che la curva è in calo, e il numero di casi di epatite si sta stabilizzando su livelli standard. In altre parole siamo nella fase discendente della crisi iniziata 15 mesi fa.
Si può dire che possiamo ricominciare a mangiare i frutti di bosco surgelati e anche le torte servite nei ristoranti ? La domanda è lecita ma ci sono ancora delle riserve sul quesito che il Ministero della salute dovrebbe risolvere. Sino ad oggi è ancora valida l’indicazione del Ministero di fare bollire i frutti di bosco surgelati prima di consumarli, tanto che catene di supermercati come Conad, Coop e Esselunga alla luce di questa comunicazione ufficiale hanno deciso di interrompere la vendita . Il consiglio che Il Fatto Alimentare ha dato sin dall’inizio di questa brutta storiaè ancora valido, non consumare frutti di bosco surgelati se non previa cottura. Per quanto riguarda le crostate consumate al ristorante o in pizzeria , in assenza di consigli ufficiali il nostro invito è di chiedere se sono stati preparati con frutti di bosco surgelati e, in assenza di informazioni precise, scegliere un altro dessert.
È bene ricordare che fino ad ora non è stata individuata l’origine del virus, ovvero in quale fase della filiera alimentare e/o da quale paese ha preso il via l’epidemia che ha contagiato mezza Europa. In questi mesi è stato individuato con precisione il Dna del virus responsabile ed è possibile stabilire con precisione se le persone colpite da epatite A sono state infettate dai frutti di bosco. La decodifica è importante perché i laboratori si stanno attrezzando è in futuro le autorità sanitarie saranno in grado di mettere a punto una strategia di intervento più mirata ed efficace. Il problema dell’epatite A causata da frutti di bosco surgelati è stato comunque trattato in modo superficiale dal Ministero della salute che non ha avvisato in modo adeguato i cittadini. Per rendersi conto della gravità della situazione basta dire che l’Efsa ha dedicato negli ultimi mesi tre dossier alla vicenda, mentre il ministro Beatrice Lorenzin ha diffuso tre comunicati stampa e un avviso ai consumatori in una crisi che ha colpito oltre mille cittadini!
(*) Secondo quanto diffuso dal Ministero della salute all’inizio di aprile 2014, i casi segnalati in Europa dal primo gennaio 2013 sarebbero 1.315. La maggioranza (1.075) sono stati registrati in Italia, mentre 240 hanno coinvolto soggetti che non hanno avuto contatti con l’Italia e risiedono in: Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Paesi bassi, Svezia e Regno Unito.
Roberto La Pira – Il Fatto alimentare – 1 agosto 2014