Glauco Squecco, direttore del Servizio veterinario dell’Ass (Azienda servizi sanitari) Alto Friuli, ha di recente inviato una lettera ai sindaci delle aree montane per tranquillizzarli in merito a quella che lo stesso esperto definisce “eccezionale presenza di topi sul territorio dei Vostri Comuni”.
Presenza che ha allarmato la popolazione, visti anche gli alti picchi di mortalita’ dei topi. Il veterinario precisa che di topi si tratta e non di ratti ed esclude che la mortalita’ sia collegata a cause infettive.
I topi, spiega il veterinario nella lettera, sono rappresentati dal Mus Musculus o Mus Domesticus (topo domestico) e dall’Apodemus Sylvaticus (topo selvatico). Il primo e’ il topo delle cantine e dei granai mentre il secondo e’ il topo campagnolo che vive in tutte le aree selvatiche fino al livello dei pascoli alpini, ed e’ proprio a “quest’ultima specie che si deve principalmente l’incremento eccezionale della popolazione murina di questi ultimi mesi”, afferma Squecco.
“La eccezionale prolificita’ e contemporaneamente le particolari condizioni meteorologiche dell’inverno trascorso hanno favorito la crescita esponenziale della popolazione – afferma Squecco – che trovandosi ora in difficolta’ alimentare si ciba in maniera disordinata di tutto quello che la natura offre tra cui le primizie degli orti”.
Secondo l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, laboratorio a cui sono stati inviati dei campioni, si puo’ ragionevolmente pensare che la popolazione murina abbia avviato un sistema di autocontrollo della specie per cui si verificano delle morie che erroneamente vengono imputate a malattie trasmissibili.
“Anche se questa teoria risulta la piu’ probabile, confortata dall’esame istologico e dalla microscopia elettronica per la ricerca microbiologica , altri campioni sono stati comunque inviati – fa sapere Squecco – all’Istituto’ Superiore della Sanita’ e allo Zooprofilattico di Brescia per le ulteriori indagini virologiche”.
Infine, Squecco invita la popolazione a usare mezzi tradizionali (trappole, colle, ecc.) per debellare i topi. E conclude: “alla pari di altri fenomeni naturali che in passato hanno provocato apprensione, quali incrementi di coleotteri e delle loro larve, bisogna abituarsi e convivere con le conseguenze dei cambiamenti climatici sulle dinamiche delle popolazioni di animali vertebrati e invertebrati”.
Invasione di topi in montagna: necessari controlli da parte delle strutture sanitarie
La proliferazione di topi nelle aree montane del Friuli Venezia Giulia, è l’argomento di un’interrogazione urgente presentata dal vicepresidente del Gruppo Pdl in Consiglio regionale, Franco Baritussio.
“Da alcuni mesi – rileva Baritussio – viene riscontrata una presenza assolutamente anomala e straordinaria di topi nelle aree montane del Friuli Venezia Giulia. Dalle prime comunicazioni dell’Azienda sanitaria competente emesse qualche tempo fa non sussistono allarmi per quanto riguarda la salute dell’uomo, in particolare dopo le prime analisi effettuate su alcuni campioni di topi trovati morti. Nelle ultime settimane, però, il fenomeno si è fatto ancora più insistente e grave, poiché sempre più frequenti sono le segnalazioni di ratti che ormai cominciano a penetrare nelle abitazioni civili”.
Ecco perché l’esponente del Pdl, facendosi portavoce della preoccupazione della popolazione locale, ha interrogato il presidente Renzo Tondo per sapere “se il monitoraggio da parte delle strutture sanitarie stia continuando e, quindi, venga confermata l’assenza di pericolo per le persone, e se, considerato che il fenomeno trova riscontro anche nelle vicine aree della Carinzia e della Slovenia, vi sia già stato un confronto o uno scambio di informazioni utili con le autorità competenti delle regioni a noi confinanti”.
Baritussio lamenta una carenza di informazioni e di indicazioni sull’argomento: “Oramai questi topi stanno arrivando nelle case e molte persone non sanno come comportarsi. Non vorrei – afferma – che alcuni, presi dalla panico, tentassero di sbarazzarsi dei topi utilizzando metodologie o strumenti dannosi per la salute dell’uomo. Per questo chiedo al presidente Tondo – conclude Baritussio – se non ritenga necessario che, da parte delle nostre autorità sanitarie, vengano impartite indicazioni utili alle popolazioni interessate, al fine di impedire che, nella caccia al topo, vengano utilizzati metodi errati o venga fatto uso scorretto di sostanze nocive per la stessa salute dell’uomo”.
Adnkronos Salute – 12 luglio 2012