Fanghi caldi, tisane, coperte, niente stress. Non è il pacchetto vacanze di un romantico weekend innevato, ma la ricetta con cui il Parco Natura Viva di Pastrengo (Verona) cerca di proteggere i suoi animali dal freddo.
Fra i più delicati: gli ippopotami. I cinque esemplari presenti allo zoo non ne vogliono sapere di uscire dal fango tiepido; immersi no stop nell’ambiente termale creato ad hoc per fronteggiare il gelo, spiano gli operatori che gironzolano attorno all’area, concentrando in un unico sforzo l’uscita di metà pomeriggio per procacciarsi il cibo quotidiano. Ma non sono i soli a godere di «cure speciali»: poco distante, si assemblano quindici scimpanzè con la maglietta della salute, stile Bingo Bongo. In realtà, sono straccetti di lana e loro, nell’acrobatica curiosità che li distingue, li indossano storti, ci giocano, ne fanno dei contorti copricapi per poi districarli e cercarne di nuovo il calore di petto e di spalle. Proprio loro, le scimmie, sono quelle che più soffrono il brusco calo delle temperature di questi giorni: a tal proposito, a tutti viene servita più volte una tisana calda, nel corso della giornata.
Ma tutte le specie sono sotto osservazione, causa meteo: al Natura Viva, in queste ore, sono stati scaricati chili di paglia e le tane sono rigorosamente riscaldate. Ieri, poi, con pozze e ringhiere ghiacciate, alcuni animali sono proprio rimasti dentro, rannicchiati nelle casette. «Grazie al fango, gli ippopotami riescono a mantenere la loro temperatura corporea – spiegano gli operatori del parco – . Se gradiscono? Praticamente in questi giorni non sono più usciti da lì. Anche le scimmie soffrono, soprattutto gli scimpanzè sudamericani che sono liberi, in queste ore, di restare dentro le cucce. Certo, i nostri esemplari sono tutti nati negli zoo, dunque nella loro memoria hanno comunque impresso un clima occidentale, ma lo sbalzo improvviso di temperature di questo periodo li ha messi in difficoltà».
Ma non tutto il male viene per nuocere, sembra: «Li invogliamo a restare lo stesso qualche ora fuori da qualche tempo – proseguono gli operatori del Parco – e questo si è rivelato utile: abbiamo notato che si ammalano meno rispetto agli altri anni, sviluppano più anticorpi. La speranza, ora, è che arrivi la neve. Le tigri si divertiranno».
Ma il gelo di questi giorni, che dall’imbrunire corre sotto lo zero, mette in difficoltà non solo gli animali “esotici”, ma anche gli «amici» domestici. E troppo spesso, a detta degli esperti, si pensa di provvedere al loro bene, sbagliando. «Regola numero uno: mantenere inalterata la loro abituale temperatura corporea – avverte Fabrizio Cestaro, ai vertici del servizio di Veterinaria dell’Usl scaligera -. Questo cosa vuol dire? Che il cappottino al cane va bene solo se l’animale è abituato a restare in casa e subisce lo sbalzo termico quando lo si porta fuori. Se l’animale, al contrario, è abituato da tempo a restare in giardino, coprirlo non servirà a nulla. Anzi, potrebbe nuocergli. Ricordiamoci che il fine della protezione è dargli la possibilità di regolare la propria temperatura. No, dunque, a vestizioni troppo pesanti, ai piumini, alle trapuntine riscaldate». Tradotto: tenete d’occhio davvero la salute del vostro piccolo amico, invece di farvi prendere dalla smania di vestirlo come una piccola bambola, inseguendo le mode.
Capitolo roditori: «Il freddo improvviso non vi faccia venir voglia di piazzare le loro gabbie di fianco al termosifone – prosegue il veterinario -: hanno bisogno di gradazione e, soprattutto, di avere la possibilità da soli di coprirsi o meno. Meglio mettere un panno o una piccola coperta nella gabbia: la useranno secondo necessità. Non dimentichiamo, poi, che tanti animali domestici di cui stiamo parlando hanno un pelo, sono mediamente attrezzati ad affrontare le stagioni. L’importante, per tutti, è avere la possibilità di restare fra i 35 e i 37 gradi corporei».
Per pappagalli e canarini, invece, le insidie di questi giorni gelidi, sembrano essere altre. «Il vero pericolo, per loro, è lo spiffero — sottolinea Cestaro – un rischio che corrono tutto l’anno, magari quando in cucina si apre la porta della terrazza per qualcosa. In questo periodo, però, visto il freddo, questo rischio può essere più alto: la loro gabbia, dunque, va posizionata in un punto della stanza dove c’è meno sbalzo possibile di temperatura».
Una parola viene spesa anche per i rettili: «Controllate le teche, il loro corretto funzionamento, gli animali a sangue freddo sono delicati e hanno bisogno di molto tempo per adattarsi al minimo cambio di clima» è l’avvertimento degli esperti.
Silvia Maria Dubois – Il Corriere di Verona – 8 gennaio 2017