“Il rigore e’ stato necessario, e non e’ terminato. In un’economia in stato di recessione questo e’ un elemento doloroso, pero’ noi accanto al rigore abbiamo cercato di inserire il concetto di equita’ tra le generazioni”.
Lo ha sottolineato il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, intervenendo al Festival dell’Economia di Trento. “Oggi scopriamo che la sicurezza di cui ci parlavano nel passato era una sicurezza basata sul debito”, ha aggiunto la Fornero che ha sottolineato inoltre come nel Paese “non abbiamo mai voluto dire il vero alle persone e abbiamo pensato di lenire i contrasti tra le persone dicendo loro di essere piu’ ricchi di quanto siamo, ma ora i vincoli mordono e stanno per esplodere”. “Il governo della crisi – ha osservato – e’ una realta’ che non dice agli italiani che le cose potevano continuare come prima”. Il ministro del Lavoro ha ricordato inoltre che “il governo Monti e’ il governo dell’aggiustamento, e che riguardo agli ultimi 40 anni noi ministri tecnici abbiamo ri-bilanciato e aggiustato i rapporti tra generazioni, anche con il concepimento di una nuova indicizzazione”. Sul tema delle imposte patrimoniali, il ministro ha parlato di “patrimoni grandi che dovrebbero essere tassati ma spesso sfuggono al controllo, ecco perche’ non serve solo imporre l’imposta senza trovare i risultati: sarebbe stato populista”. .
Una riforma del lavoro, da approvare in tempi brevi anche alla Camera, che vuole contribuire a risolvere la crisi. Ma da sola non può farcela. Servel’Europa intera. E il lavoro è il punto nodale, da difendere anche nelle pari opportunità. Ancora discriminate le donne, ma non solo. Questi i temi affrontati oggi dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, al Festival dell’economia a Trento. Contestata, come annunciato, da un comitato, Welcome Fornero, di disobbedienti, sommati a quello che invece era stato autorizzato come un presidio della Cgil. Una protesta a difesa dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, dei pensionati con meno reddito, dei lavoratori disoccupati. Momenti di tensione con le forze dell’ordine e un manifestante leggermente ferito. «Se c’è un cosa che non voglio è creare problemi» ha subito detto il ministro, «anche se credo che esprimere dissenso sia un modo di vivere democratico».
«La recessione – ha sottolineato il ministro Nell’auditorium, pieno nei suoi duemila posti – non la risolviamo noi da soli. La risolviamo nel contesto di un quadro europeo anche di politica economica, sul quale il nostro presidente Mario Monti, è molto attivo». E ha aggiunto l’auspicio che «sia approvato in tempi brevi anche alla Camera». E a proposito di riforme il ministro ha comunque sottolineato che il rigore «è stato necessario e non è terminato». A questo proposito il ministro ha anche sottolineato i cambiamenti strutturali che verranno dalla riforma delle pensioni già attuata e l’impegno nella lotta all’evasione fiscale.
Il ministro ha poi voluto esprimere «solidarietà ai lavoratori di Equitalia, bersagliati minacciati anche se so che ci sono sofferenze vere». Nei confronti dei sindacati il ministro ha poi osservato che «esprimono un certo immobilismo, ma sono un baluardo a difesa dei lavoratori, una parte da cui non si può prescindere». E di lavoro in particolare quello femminile al festival di Trento aveva parlato oggi Anna Maria Tarantola, vicediretore generale della Banca d’Italia secondo la quale le donne sono ancora discriminate nell’accesso al lavoro e nella carriera.
Ma ci sono azioni da fare per cambiare la situazione, sia nelle aziende sia nelle famiglie: «si può agire sulla fiscalità, sull’organizzazione delle imprese e su quella della società familiare. Nel rapporto con lo Stato – ha proseguito – con un sistema fiscale che mutui quello della Gran Bretagna, si avrebbe un effetto diverso sull’ingresso delle donne nel mondo del lavoro».
Il Messaggero – 2 giugno 2012