Elsa Fornero tende una mano alle casse di previdenza dei professionisti. lo fa ribadendo il «no» all’uso generalizzato del patrimonio nel calcolo per assicurare di avere saldi positivi a 50 anni, ma aprendo subito dopo all’utilizzo dei «flussi di rendimento che originano dallo stock- dei beni.
Nel corso dell’audizione di ieri mattina nella commissione bicamerale di controllo sugli enti privatizzati, il ministro del lavoro si dice certa che gli istituti abbiano «strumenti tecnici e capacità gestionale per presentare i piani richiesti entro il 30 giugno prossimo», così come deciso dal decreto «salva-Italia» (201/2011), che ha innalzato la soglia entro cui garantire la sostenibili-tà attuariale da 30 a 50 anni. Malgrado ciò, allo stato attuale, afferma che «isolatamente credo vi siano casse che abbiano problemi finanziari» e, pertanto, «bisogna evitare di intervenire quand’è ormai troppo tardi, e a carico del bilancio pubblico» sottolinea, rievocando così implicitamente la funzione di vigilanza dei ministeri, fra cui quello di cui è titolare, sugli enti privatizzati con i digs n. 509 del 1994 e nati con il digs n. 103 del 1996. E, poiché la manovra stabilisce il passaggio al sistema contributivo per gli enti che non riusciranno ad assicurare l’equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche per cinque decenni, Fornero ribadisce che sarebbe «felice» dell’applicazione generalizzata di quel meccanismo di calcolo (basato sui versamenti effettuati dall’iscritto), «l’unico metodo in grado di dare la sostenibilità».
E, durante il dibattito in commissione, in cui presidente e vicepresidente (Giorgio Jannone del Pdl e Nino Lo Presti di Mi) prendono la parola per sottolineare quanto sia importante per gli istituti poter considerare l’intero patrimonio acquisito negli anni nella stesura dei bilanci tecnici, il ministro dichiara che «sarebbe opportuno pensare ad un accorpamento delle casse», anche perché così facendo «si limiterebbero le spese attualmente non dedicate al pagamento delle pensioni». Spazio anche al cosiddetto «Superinps» (sebbene la numero uno di via Veneto ritenga «prematura» l’audizione su questo tema), in cui confluiranno Inpdap ed Enpals: sul piano della governance, «non mi è ovvio quale sarà la tipologia per questo ente molto grande, e su questo avremo anche bisogno di suggerimenti tecnici», a seguire ci sono «tutte le conseguenze della riforma pensionistica» recente, tuttavia, secondo Fornero l’istituto guidato da Antonio Mastrapasqua è assolutamente «in grado di gestire le prestazioni». Com’è noto, la nuova realtà dovrà amministrare tutta la previdenza pubblica, «bisognerà attendere che i bilanci degli enti incorporati siano approvati, e questo potrebbe avvenire entro marzo», aggiunge la rappresentante governativa, dopo di che «sono fiduciosa che l’Inps e i suoi organi facciano tutto quanto previsto per l’assorbimento efficiente non solo di tutta la parte amministrativa, ma anche del personale».
Italia Oggi – 26 gennaio 2012