Il governo lavora per l’accordo con le parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro, che arriverà entro marzo. Lo ha detto il ministro del Welfare, Elsa Fornero, a margine di un’audizione alla Camera.
«Noi lavoriamo per l’accordo – ha affermato Fornero – sappiamo che è importante avere l’accordo». A chi le chiedeva se la strada per un’intesa con le parti sociali fosse stretta, il responsabile del Welfare ha così replicato: «No, è un bel sentiero largo».
Fornero ha poi riferito che il tavolo tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro sarà convocato «tendenzialmente» per l’inizio della prossima settimana: «Il tavolo – ha proseguito – ci sarà quando avremo qualcosa di più concreto, quando saremo più pronti». Fornero ha precisato che il metodo del confronto è «flessibile» e che «è sempre importante» che sindacati e imprese si parlino, come faranno stasera nella foresteria di Confindustria in via Veneto a Roma.
Domani alle 11, invece, il ministro incontrerà la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, per discutere di riforma del mercato del lavoro. «La porta del ministro è sempre aperta -ha sottolineato Fornero – Tutti quelli che vogliono vedermi per parlare di riforma del mercato del lavoro, con l’agenda che abbiamo definito, mi trovano disponibile».
Vincoli di risorse «drammatici»per gli ammortizzatori sociali
Sempre in audizione, il ministro ha toccato anche il tema degli ammortizzatori sociali: «Sappiamo bene che abbiamo vincoli di risorse che sono drammatici, enormi. Non solo per questo capitolo, ma per tutti i temi della spesa pubblica. I vincoli di risorse sono enormi – ha ribadito – col vantaggio però di poterle mantenere e non vederle decurtate. Questo è un risultato importante. Non abbiamo risorse aggiuntive. Ma abbiamo arginato una perdita di risorse. Non è un motivo di grande soddisfazione – ha concluso – ma almeno è un risultato abbastanza importante».
Invece, sul fronte della chiusura dell’Agenzia per il terzo settore che ha provocato nel mondo del volontariato allarme e preoccupazione, Fornero ha detto che «se sarà chiusa ce ne assumeremo la responsabilità, ma la decisione non è stata ancora presa. La nostra domanda è come possiamo fare per valorizzare il terzo settore rispetto ad una Agenzia che non aveva risorse rispetto ai compiti che avrebbe dovuto svolgere», spiega. «Potevamo portare avanti una logica di mera conservazione visto che mettere dei soldi è difficile… la decisione comunque non è stata ancora presa», ha concluso.
La polemica sul posto fisso: «Mia figlia si sa difendere da sola»
Infine, una battuta sulla polemica sorta intorno alla dichiarazione sul “posto fisso” che aveva toccato anche la figlia del ministro, Silvia Deaglio: «Mia figlia è in grado di difendersi da sola e ne ha tutti i mezzi», ha detto Fornero a chi le chiedeva un commento. Nei giorni scorsi Silvia Deaglio, professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino dove lavorano anche i suoi genitori (il ministro Fornero e l’economista Mario Deaglio), è finita nel mirino dei blog e dei media insieme ai figli del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri e del premier Mario Monti, sull’onda delle polemiche sul «posto fisso» che i giovani vorrebbero (a detta di Cancellieri) «vicino ai genitori». Posto fisso che secondo Monti sarebbe «monotono» e «un’illusione» secondo Fornero.
Silvia Deaglio: il mio curriculum è pubblico, niente da aggiungere
«Non voglio parlare di nulla. Con nessuno. Il mio curriculum è pubblico e non c’è nulla da aggiungere». Silvia Deaglio, 37 anni, figlia del ministro del Welfare Elsa Fornero e al centro di polemiche per avere ben due posti fissi (a dispetto delle parole della madre ministro proprio contro il posto fisso), si è, in effetti, difesa in un’intervista pubblicata sul sito web del Corriere della Sera. «Non sono interessata a ribattere a persone che ti hanno condannata così, sulla base di un blog. Quindi ripeto: le mie pubblicazioni sono accessibili, il mio curriculum idem. Dopodichè io non devo giustificarmi di fronte al mondo».
Il posto fisso per lei era un illusione? «Credo che sia evidente dal mio curriculum che ho sempre lavorato sia in Italia che all’estero e che ho fatto parte di tutti gli step di una carriera accademica». Su Internet si mette in dubbio anche la validità delle sue pubblicazioni: Troppe 61 in sei anni per essere serie…». «Intanto le pubblicazioni sono 93 – precisa la figlia della Fornero – E se lei guarda la mia prima pubblicazione risale al gennaio del 1996, quindi non sono ristrette in sei anni. Sono forse sedici anni?».
Ilsole24ore.com – 9 febbraio 2012