I rapporti di lavoro precari e flessibili non hanno aiutato la produttività. Nessuno vuole un contratto rigido. Ma sapere che ci sarà una stabilizzazione, come punta a incentivare la riforma del mercato del lavoro, rende i lavoratori piu sicuri e la produttività ne risente positivamente.
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, intervenuta ieri alla presentazione a Roma del rapporto sul lavoro del Cnel, difende la propria riforma (legge 92), che considera «una premessa» al tavolo sulla produttività lanciato nei giorni scorsi dal premier Mario Monti . Secondo la responsabile del Welfare, imprese e sindacati dovrebbero lavorare «sulla flessibilità degli orari». Dal 2008 oltre un milione di posti in meno tra gli under 34 Di qui l’invito del ministro del Lavoro alle parti sociali di portare proposte per rilanciare la competitività, ma anche a guardare le nuove norme su contratti, sussidi e articolo 18 come un’opportunità per aiutare il mercato del lavoro. Che dal 2008, ha evidenziato lo studio del Cnel, ha visto perdere oltre un milione di posti di lavoro: colpiti lavoratori fino a 34 anni. Compensati, anche se solo parzialmente, dalla crescita dell’occupazione tra i 35 e i 74 anni, con conseguente mutamento della struttura per età dell’occupazione italiana a tutto svantaggio dei piu giovani. Confermato il via al monitoraggio della riforma sul lavoro Il ministro ha confermato l’avvio della fase di monitoraggio della riforma e della sua valutazione, attraverso «dati appropriati» analizzati da ricercatori professionisti. Dopo di che si vedranno le cose buone e quelle invece che si dovranno correggere. «La riforma va calata e vissuta nella realtà», ha detto Fornero che ha sottolineato di aver scritto a tutti i direttori del ministero per scrivere circolari «che agevolino l’applicazione delle nuove regole» e non la rendano piu complicata. Citando poi una telefonata che il ministro ha avuto con un imprenditore che per effetto della stretta sulle collaborazioni aveva annunciato il non rinnovo di 100 partite Iva ha chiesto alle aziende «onestà intellettuale» nel considerare e applicare la legge 92. In crescita le occupate Tornando invece al rapporto, curato dall’economista del lavoro dell’università Cattolica di Milano, Carlo Dell’Aringa , spicca come siano aumentate le occupate donne, ma anche il numero di lavoratori dipendenti con contratto a termine e di lavoratori a tempo parziale involontari (ossia di coloro che non hanno trovato un lavoro a tempo pieno). L’occupazione autonoma registra invece una vistosa contrazione. Mentre nel medio termine le proiezioni indicano che al 2020 le forze lavoro comprese tra i 57 e i 66 anni potrebbero essere pari a circa 3,8 milioni di persone, circa 1,7 milioni in più rispetto al 2011. Aumenta nel complesso l’offerta di lavoro Complessivamente, l’offerta di lavoro tende ad aumentare, specie al Sud, ma fino a quando non ripartirà la domanda da parte delle imprese tale accelerazione si tradurrà sostanzialmente in un passaggio dallo status di inattivo a quello di chi cerca lavoro, generando un rapido aumento del tasso di disoccupazione e di quella di lunga durata. In dieci anni per l’Italia perdita di competività del 20% Sempre secondo l’analisi del Cnel, in dieci anni la perdita di competitività del sistema Italia rispetto agli altri paesi dell’eurozona è stata del 20 per cento. E nella classifica delle maggiori economie del mondo l’Italia è scivolata all’ultimo posto. Secondo il Cnel, che sollecita la politica a una reazione forte, se l’Italia non prova a rilanciare produttività e competitività c’è il rischio che si aprano scenari preoccupanti per l’occupazione.
Il Sole 24 Ore – 19 settembre 2012