Staffelli ha «dato la caccia» per tutta la mattinata al personale. Troppi caffè in orario di lavoro e cartellini timbrati con elasticità. Il titolare del bar: non conosco tutti ma non posso negare l’evidenza
Il titolare del bar e sullo sfondo l’ingresso del palazzo dell’Ulss 20 Verona. Cartellini timbrati con qualche elasticità di troppo e una sfilza di tazzine di caffè consumate al bar in orari di lavoro. Quanto basta per far piombare a Verona lo spietato moralizzatore di Canale 5 Valerio Staffelli, che ha trascorso tutta la mattinata di ieri alle calcagna del personale amministrativo e medico della Ulss 20 di via Valverde. Appostatosi ai due ingressi dello stabile (in via Valverde e in via Poloni da cui si accede all’ambulatorio) con un paio di giovani ragazze a far da palo attrezzate di auricolare e con cui era in costante comunicazione, il noto dispensatore di tapiri di «Striscia la notizia», da prima delle 8 e fino alle 11 passate, ha monitorato l’andirivieni dei dipendenti dell’azienda sanitaria, per completare il blitz all’interno del Manirò caffè che si trova proprio di fronte alla struttura. Le bocche di chi è stato pizzicato ai tavolini del bar sono rimaste cucite, e gli sguardi attoniti sono stati l’unica risposta alla nota e tagliente ironia che contraddistingue l’inviato di «Striscia», che ha interrogato le sue vittime su cosa sarebbe successo se, attraversando la strada per gustarsi un caffè al bar mentre avrebbero dovuto essere al lavoro, fossero accidentalmente state investite. L’unico ad avere aperto bocca e che, a quanto pare, comparirà in tv nel servizio che dovrebbe andare in onda la settimana prossima, è stato il titolare del bar, Marco Perazzolo, che ci racconta com’è andata. «Mi hanno chiesto se capita spesso che dipendenti dell’Ulss vengano a servirsi da me negli orari di lavoro. Ho fatto presente che non conosco uno a uno tutti i miei clienti ma, tutto sommato, non posso nemmeno negare l’evidenza. Perderò qualche cliente ma sono convinto che i servizi di Striscia aiutino a far cambiare le cose. Hanno già realizzato un servizio simile in altre città, dove dipendenti pubblici andavano persino a farsi la spesa dopo aver timbrato il cartellino». Se i toni all’interno del bar Manirò sono stati pacati, nell’ingresso dell’ambulatorio di via Poloni sembra che l’inviato di «Striscia» sia stato ben più severo, tanto da suscitare il plauso di alcuni pazienti in attesa. Verso mezzogiorno, tra i corridoi, non si parlava d’altro, e più testimoni hanno riportato l’episodio di una dottoressa inseguita da Staffelli dalla sua auto fin dentro l’ambulatorio, per essere poi interrogata, senza mezzi termini, se fosse cosciente di star rubando soldi pubblici. Precisamente non sappiamo come sia andata (sembra che la dipendente in questione abbia timbrato il cartellino per poi uscire a cercare parcheggio) ma quel che è certo è che, a suscitare l’ira del moralizzatore di «Striscia», solitamente sono quei dipendenti furbetti a cui sta addosso senza troppi complimenti. Un’inchiesta, quella realizzata ieri, che la troupe di Antonio Ricci pare aver progettato da un po’ di tempo, visto che più di qualche occhio assicura di aver visto alcuni operatori e lo stesso Staffelli aggirarsi intorno alle sede della Ulss 20 anche nelle settimane passate. Quel che è certo è che, a soli quattro mesi di distanza, Verona torna sugli schermi di «Striscia» dopo che, a fine novembre, il mago Antonio Casanova aveva fatto dono di una bacchetta magica al presidente del Catullo, Paolo Arena, come unica soluzione possibile per far quadrare i conti dell’aeroporto.
L’Arena – 11 aprile 2012