Gli assessori della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni hanno espresso parere favorevole alla bozza del ddl ex art. 22 anticipata da Il Sole 24 Ore Sanità. Le Regioni hanno quindi dato mandato alla delegazione guidata dal coordinatore Luca Coletto a presentare la proposta ai tre ministri della Salute, dell’Università e della ricerca e dell’Economia.
La bozza prevede la possibilità per i laureati in Medicina di accedere alla specializzazione in corsia, a spese dei sistemi sanitari regionali, nelle strutture inserite nella rete formativa accreditata, con un contratto «non dirigenziale». Per i laureati abilitati è infatti previsto «l’inquadramento a tempo indeterminato in categoria non dirigenziale nell’ambito del contratto di area IV, con percorsi di carriera e livelli retributivi determinati dal CCNL».
Gli specializzandi saranno inseriti in azienda con compiti e responsabilità limitate – da definire successivamente – rispetto ai colleghi dirigenti «per lo svolgimento di attività medico-chirurgiche di supporto con autonomia vincolata alle direttive ricevute, in coerenza con il grado di conoscenze, competenze ed abilità acquisite, secondo quanto previsto delle disposizioni della Contrattazione collettiva di settore. Le relative assunzioni dovranno avvenire ad invarianza del costo complessivo della dotazione organica aziendale».
Gli specializzandi in corsia saranno contestualmente integrati in «soprannumero» nelle scuole di specializzazione, previo accordo tra le Regioni e le Università attraverso un concorso pubblico. Si prevede infatti, «L’accesso di tali professionisti, per esigenze del Ssr, in soprannumero – si legge nella bozza – a una scuola di specializzazione di area sanitaria, applicando le modalità ed i criteri previsti dall’articolo 35, comma 4, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368».
Una volta acquisita la specializzazione per i medici formati nei teaching hospital c’è la possibilità di accedere «ai concorsi per il personale dirigenziale di cui all’articolo 15 del decreto legislativo n. 502 del 1992».
Nel ddl si affronta anche un’altra questione, quella di un nuovo profillo di carriera dei dirigenti del ruolo sanitario, che superi il modello «verticale» attualmente vigente, come richiesto da tempo dai sindacati medici. Nel ddl si introducono infatti «misure volte ad assicurare una maggiore flessibilità nei processi di gestione delle risorse umane, definendo e differenziando all’interno della dirigenza medica e sanitaria percorsi di natura gestionale e percorsi di natura professionale». E’ prevista l’intercambiabilità dei due percorsi di carriera; trattamenti di retribuzione complessivi equivalenti; l’implementazione dei sistemi di valutazione delle competenze professionali e manageriali acquisite.
Con l’obiettivo di armonizzare l’offerta formativa con gli effettivi fabbisogni di personale sanitario nella bozza del ddl si prevede di «definire una metodologia condivisa tra il Ministero della salute e le regioni e P.A., anche attraverso la valorizzazione delle iniziative promosse a livello comunitario, che consenta di individuare standard di personale, al fine di determinare il fabbisogno di professionisti e operatori dell’area sanitaria».
Il Sole 24 Ore sanità – 17 febbraio 2015