Il singolare episodio si è verificato al Parco della Resistenza e ha visto come protagonisti un cigno “padre” e il “figlio”. Necessario l’intervento dei vigili del fuoco e del servizio dell’Ausl
Un curioso episodio è accaduto venerdì al Parco della Resistenza, una lotta senza esclusione di colpi che ha visto come protagonisti due soggetti singolari. E’ una violenta rissa, se così si può definire una colluttazione tra due esemplari del volatile: a dispetto della loro eleganza, l’altro giorno due cigni, ospiti del Parco della Resistenza, se le sono date di santissima ragione, fino a rendere necessario l’intervento della polizia municipale, dei vigili del fuoco e dei veterinari dell’Ausl. I
La singolare situazione si è verificata, come ha constatato il personale sanitario, per via di un contrasto tra cigno padre e cigno figlio. Il maschio della coppia che vi abita da sempre nel parco ha deciso che il figlio doveva andarsene da “casa” per ragioni di età. E’ il giro della vita: la natura a un bel momento decide che un animale è pronto a condurre una vita autonoma lontano dai genitori, ma soprattutto in un luogo diverso questo per evitare la competizione nelle risorse alimentari e per favorire l’apporto di nuovi geni tramite una compagna trovata sul territorio. Peccato che il cigno “bamboccione” non avesse per niente voglia di lasciare il laghetto domestico, e allora giù beccate e colpi d’ala da far perdere l’indirizzo di casa. A quel punto, però, neanche volendo il giovane avrebbe potuto spiccare il volo, perché gli esperti insegnano che i cigni hanno bisogno di spazio, una sorta di pista di decollo che nel parco della Resistenza non c’è. E allora, nel tentativo di difendersi, l’animale aggredito è finito incastrato in una rete.
Le ferite riportate hanno reso necessario l’intervento sanitario dei veterinari dell’Ausl di Forlì i quali hanno prestato le cure urgenti ma non hanno potuto mettere l’animale sotto la necessaria osservazione per mancanza di strutture idonee.
Ma non è tutto: i veterinari del servizio sanitario hanno preferito non ripetere la situazione che mesi fa ha visto l’intervento dell’autorità giudiziaria dopo avere dato assistenza proprio ad un cigno. Per questo l’animale, dopo essere stato medicato, è stato lasciato sul posto rinchiuso però in un recinto per evitare i modi violenti dell’insofferente genitore. (Il riferimento è alla vicenda che si era verificata lo scorso novembre, quando il responsabile del servizio veterinario dell’Ausl di Forlì, dopo un blitz della Forestale nella sede del servizio, finì indagato insieme ad altri per maltrattamento di animali, a causa della presenza di una gabbia con due cigni. Sul comportamento della Forestale era stata presentata anche un’interrogazione parlamentare , ndr).
10 aprile 2011 – testo rielaborato da romagnanoi.it – riproduzione riservata