È ripreso nell’Aula del Senato l’esame della riforma della Pubblica Amministrazione. L’obiettivo è chiudere le votazioni sul ddl tra stasera o al più tardi domattina. Via libera dell’Aula all’articolo 7 della delega sulla pubblica amministrazione che, nell’ambito della riorganizzazione dell’amministrazione dello Stato, contiene tra l’altro, le norme per «rendere effettive» le disposizioni che danno maggiori poteri al presidente del consiglio, il riordino o soppressione di uffici e organismi inutili o in deficit, nonché il taglio delle prefetture e delle Camere di Commercio.
Delega Pa, ok Senato a più poteri per il premier
Il Senato ha approvato le misure, inserite nella delega Pa, per «rendere effettive» le norme, già esistenti, che regolano le funzioni del premier. In particolare, è prevista la delega a precisare «le competenze in materia di vigilanza sulle agenzie governative nazionali». A Palazzo Chigi andranno le «competenze in materia di vigilanza sulle Agenzie governative nazionali, al fine di assicurare l’effettivo esercizio delle attribuzioni della presidenza del consiglio». Nel testo c’è anche la «razionalizzazione con eventuale soppressione degli uffici ministeriali le cui funzioni si sovrappongono a quelle proprie delle autorità indipendenti».
Via libera a soppressione enti in deficit o inutili
L’articolo 7, nell’ambito della riorganizzazione dell’amministrazione dello Stato, prevede anche il riordino o soppressione di uffici e organismi che, in base alle ricognizioni già previste per legge, risultino inutili o in deficit. Il testo parla del disboscamento degli enti per cui si registrino «disfunzioni organizzative o finanziarie o duplicazioni di funzioni o strutture».
Ok a taglio numero camere commercio e prefetture
L’Aula del Senato dà il suo ok al sostanziale dimezzamento del numero delle camere di commercio, che dovranno passare da 105 a non più di 60, attraverso accorpamenti (per un minimo di 80 mila imprese iscritte), pur prevedendo la presenza di almeno una Camera per regione, provincia autonoma e città metropolitana. Nelle misure contenute nell’articolo 7 della delega sulla pubblica amministrazione che punta alla riorganizzazione dello Stato c’è anche il taglio delle prefetture e all’istituzione degli uffici territoriali dello Stato, quale punto di contatto tra cittadini e amministrazione periferica (conservatorie, sedi dell’Agenzia del Demanio, distacchi ministeriali, sovraintendenze, Rgs). La razionalizzazione dovrà però tenere conto, secondo un emendamento appena approvato, anche del fenomeno dell’immigrazione sulle aree confinarie ai flussi.
Accordo sulla Forestale
Sulla Forestale è stato raggiunto una sorta di compromesso, approvato ieri dell’Aula, che prevede l’eventuale assorbimento della Forestale in «altra forza di polizia», al singolare e non più al plurale (il testo parlava di altre forze di polizia), con l’obiettivo di impedire lo ‘spezzatino’, ovvero la dispersione del corpo. Si parla anche dell’unitarietà delle funzione attribuite.
Verso un documento unico per l’auto
Via libera del Senato anche alla riorganizzazione, anche mediante un possibile accorpamento, delle funzioni svolte dal Pra e dalla Motorizzazione che permetta il rilascio di un documento unico con sia i dati di proprietà sia di circolazione di auto, moto e rimorchi.
Commissione Bilancio sblocca staffetta generazionale
Restano in vita dopo l’esame della commissione Bilancio del Senato le proposte sia per introdurre la staffetta generazionale nella Pubblica Amministrazione, anche se in una versione ‘soft’, sia per definire meccanismi capaci di velocizzare le assunzioni di vincitori di concorsi. La commissione non ha infatti bocciato i due emendamenti al ddl P.A. Ora la parola passa all’Aula, che dovrebbe esprimersi entro stasera. Resta invece in sospeso il parere sulla messa a punto di uno statuto speciale per il settore degli enti di ricerca. In gioco c’è il destino di una dozzina di enti di ricerca (il Cnr in primis) con oltre 140 sedi operative sul territorio.
La staffetta generazionale, ipotizzata dall’emendamento con primo firmatario il senatore del gruppo delle Autonomie Hans Berger, prevede la possibilità di part time per chi è vicino alla pensione (scelta irreversibile) ma a invarianza di contribuzione previdenziale (quindi con un’aggiunta volontaria si garantiscono contributi da full time). Tutto ciò per favorire l’ingresso di ‘nuove leve’. L’altro emendamento in questione è siglato dal senatore del Pd Vincenzo Cuomo e punta a inserire “norme transitorie” al fine di assumere i vincitori di concorso ancora in attesa di essere chiamati. Sulla proposta avanzata da Cuomo la commissione Bilancio, da quanto si apprende, ha dato un parere di contrarietà semplice, che non preclude il passaggio in Aula. La proposta può quindi essere messa ai voti dell’assemblea di palazzo Madama.
Il Sole 24 Ore – 29 aprile 2015