179 giorni all’Expo di Milano. Una vetrina importante per il made in Italy alimentare nel mondo. Ma Expo è anche un brand che va sfruttato al massimo fin da ora: per esempio, sventolandolo come jolly alle fiere internazionali di settore che avranno luogo da qui a maggio 2015. In questo anno di preparazione all’esposizione universale, l’attenzione internazionale per i prodotti agroalimentari italiani necessariamente aumenta, e potrebbe essere più facile venderli all’estero.
Dove? L’Ice ci aiuta a ricostruire la mappa delle pricipali fiere food & wine in giro per il mondo. A cominciare dalla Cina, uno dei terreni più fertili per il made in Italy: nel 2013 le importazioni cinesi di agroalimentare sono state di 93 miliardi di dollari, il 9% in più dell’anno precedente, e secondo la Sace da qui al 2017 l’export italiano del settore crescerà in media dell’11% all’anno. Numeri come questi spiegano perché sarebbe importante una partecipazione last minute alla fiera Fhc di Shanghai, dal 12 al 14 di novembre. A chi non facesse in tempo, in ogni caso, l’Estremo Oriente offrirà una seconda chance dal 6 al 9 di maggio, alla Hofex di Hong Kong.
Tra i Paesi-opportunità per l’alimentare italiano, oltre alla Cina, Sace segnala anche gli Emirati arabi, dove oggi già esportiamo per 123 milioni di euro. Il mercato è ghiotto: gli Eau importano il 90% dei prodotti alimentari e si calcola che nel 2015 spenderanno in cibo straniero 5,5 miliardi di dollari. Ma se si allarga lo spettro all’intera area del Golfo, il mercato si fa ancora più ghiotto: entro il 2020 le importazioni alimentari di questo gruppo di Paesi raggiungeranno i 53 miliardi di dollari. La fiera di riferimento per tutti questi Paesi è lo Speciality Food Festival di Dubai, in scena a partire da domenica.
Secondo i dati di Federalimentare, l’Italia del food esporta nel mondo oltre 26 miliardi di euro. Con 4,3 miliardi nel 2013, il primo mercato di sbocco si conferma la Germania. E qui i prossimi 180 giorni ci riservano almeno due appuntamenti di primo piano: l’Ism di Colonia, dall’1 al 4 di febbraio, dedicata al segmento dolciario; e Prowein a Dusseldorf, dal 15 al 18 di marzo, riservata invece al vino (e la Germania da sola importa il 20% di tutto il nostro export enologico).
Dopo Berlino, con 3,5 miliardi di euro è la Francia il nostro secondo mercato di sbocco: l’appuntamento per questo spicchio di Europa sarà a Lione, dal 24 al 28 gennaio, con Sirha 2015: un palcoscenico da 23mila visitatori e oltre 18mila chef. Dal 22 al 25 marzo l’appuntamento invece è a Londra, per Ife. La Gran Bretagna è la quarta piazza per l’export agroalimentare italiano (2,4 miliardi di euro nel 2013) e i dati ci dicono che qui cresce l’interesse per le nostre produzioni Dop e Igp.
Fuori dall’Europa, il mercato Usa è terzo nella classifica delle nostre esportazioni, che l’anno scorso secondo Sace sono aumentate del 7%. Per agguantarlo nell’anno dell’Expo si può partire dalla Winter Fancy Food di San Francisco, dall’11 al 13 di gennaio 2015. In Giappone, invece, Foodex è un grande classico: di scena a Tokyo dal 3 al 6 marzo 2015, giunta alla sua 40esima edizione, è anche la più importante manifestazione agroalimentare dell’area Asia Pacifico.
Russia – nonostante le sanzioni, un mercato strategico – Brasile e Corea del Sud completano la lista degli appunamenti alla voce “emergenti”. Si comincia con Prodexpo a Mosca, dal 9 al 13 febbario; poi è la volta di San Paolo co ExpoVinis, dal 22 al 24 di aprile, e in contemporanea (dal 23 al 25 aprile) tocca alla International Wine & Spirits Expo di Seul, entrambe dedicate al mondo del vino.
Per chi non ama far da solo, infine, segnaliamo il progetto “Road To Expo”, lanciato dal ministero dello Sviluppo economico e dall’Ice su proposta dell’Associazione esposizioni e fiere italiane: sta portando il “Sistema alimentare Italia” nelle principali manifestazioni fieristiche in giro per il mondo con un’unica immagine e un solo format; tappe in Germania, Francia, Usa, Giappone, Russia, Cina, Emirati e Nordafrica.
Il Sole 24 Ore – 3 novembre 2014