di Alda Vanzan. Il massimo è stato raggiunto con il capitolo sulla comunicazione: l’Unione europea aveva messo a disposizione del Veneto 7 milioni di euro per “interventi innovativi delle piccole e medie imprese titolari di emittenti televisive locali e/o che gestiscono piccole sale cinematografiche”.
Certo, la somma non era granché, comunque qualche spicciolo c’era. Solo che quei 7 milioni stanziati da Bruxelles non sono stati neanche toccati, non c’è stata nemmeno una richiesta. Colpa di come sono stati fatti i bandi? Poca informazione? Colpa degli imprenditori? Qualunque sia stata la motivazione, il dato di fatto è che soldi dall’Unione europea ce ne sarebbero, ma il Veneto non riesce a usarli tutti.
Il punto sull’utilizzo dei fondi comunitari relativi al Por-Fesr 2007-2013, ossia il Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo, è stato fatto ieri a Palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale del Veneto, nel corso della seduta congiunta di quattro commissioni. E lì è emerso che, rispetto all’anno scorso, qualcosa è stato migliorato. Ma siamo ancora lontani dal 100% di utilizzo dei fondi registrato anni fa. «Sull’utilizzo dei fondi comunitari – ha detto Nereo Laroni, presidente della Commissione rapporti comunitari e affari internazionali – il Veneto si è messo in linea con le altre Regioni del Nord Italia, ma restano delle pesanti criticità nei settori della cultura, della ricerca e dell’energia, comparti cruciali per il nostro sistema produttivo».
È da tempo che Laroni insiste sul tema: «Dobbiamo capire – ha detto ieri – se il Veneto sta approfittando dei fondi europei o, se invece, si sta facendo scappare delle importanti opportunità». Certo, adesso va un po’ meglio: «In questi ultimi mesi si è recuperato terreno, l’indice di utilizzo ha toccato il 74,6 per cento del totale dei fondi a disposizione». Stando al rapporto del Comitato di sorveglianza illustrato nella riunione congiunta delle commissioni al Ferro Fini, l’Unione europea ha messo a disposizione oltre 452 milioni di euro per il Veneto. Di questi, 337 milioni sono stati impegnati per progetti dichiarati ammissibili. I pagamenti già ammessi ammontano a 212 milioni, il 46,9 per cento del totale.
«Nei settori della cultura e dell’energia ci sono percentuali di utilizzo molto basse – ha rimarcato Laroni – Nel capitolo dedicato all’artigianato artistico e tradizionale, per esempio, siamo soltanto al 31 per cento dell’indice di utilizzo per un totale di sei progetti approvati. Ci sono addirittura voci specifiche che sono praticamente a zero: zero impegni ammessi, zero progetti». Per il presidente della Commissione rapporti comunitari c’è ancora tempo per non perdere concrete possibilità di rilancio: «I bandi devono essere resi maggiormente accessibili. Si deve fare un ulteriore sforzo di semplificazione e comunicazione. Perdere delle risorse in questo difficile momento sarebbe deleterio e imperdonabile». Ha aggiunto Costantino Toniolo, presidente della commissione Bilancio: «C’è qualcosa che non va nel modo in cui i bandi vengono resi pubblici o comunque bisogna lavorare di più: come dice Laroni, è necessario promuovere meglio i bandi e semplificare. Come consiglieri dobbiamo controllare e stimolare il lavoro della giunta».
Il prossimo pacchetto di stanziamenti comunitari riguarderà il periodo 2014-2020. E per accedere a quei fondi – ha avvertito Laroni – sarà valutata a priori l’efficacia dei progetti: «Per questo dobbiamo fare una verifica di quelli già finanziati per vedere cosa hanno prodotto».
Il Gazzettino – 28 giugno 2013