Facendo seguito alle note del 2 ottobre e del 4 novembre 2020 di cui sono confermate le misure, la Direzione generale sanità animale del Minsalute informa, con una nota del 26 novembre, che la situazione epidemiologica europea è in rapida evoluzione con crescente aumento del numero di focolai confermati da virus HPAI, sottotipo H5, in uccelli selvatici e domestici in Germania, Olanda, Danimarca, Svezia, Belgio, Francia, Croazia e da ultimo anche in Corsica. Inoltre il Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria in data 20 novembre ha comunicato il rilevamento di positività per virus influenzali del sottotipo H5 HPAI, responsabili dei focolai riscontrati in Europa in questo periodo, in anatidi selvatici cacciati durante l’attività venatoria nella regione Veneto.
Sentito il parere del Centro di Referenza Nazionale per l’influenza aviaria presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il Ministero della Salute dispone:
– Il rilascio di pollame per il ripopolamento di selvaggina da penna nelle Regioni ad alto rischio di cui al Decreto 14 marzo 2018, in applicazione della decisione di esecuzione 2018/1136/UE, è temporaneamente sospeso. Nell’attuale contesto epidemiologico caratterizzato da un elevato rischio di circolazione virale, l’immissione di selvaggina allevata in taluni territori (Aree densamente popolate da allevamenti avicoli) potrebbe facilitare un’ulteriore amplificazione dell’infezione.
– La chiusura del pollame e dei volatili in cattività degli allevamenti all’aperto di tutto il territorio nazionale. Il pollame e tutti gli altri volatili in cattività, ove allevati all’aperto, sono trasferiti e trattenuti all’interno di un edificio dell’azienda secondo le modalità previste dell’Accordo Stato-Regioni 25 luglio 2019, rep.
125, per le Zone A e B.
– La concentrazione di pollame e altri volatili in cattività in occasione di mercati, mostre, esposizioni ed eventi culturali può essere autorizzata dall’autorità competente locale esclusivamente a condizione che tali eventi siano organizzati e gestiti in maniera da ridurre al minimo il rischio di diffusione del virus da volatili eventualmente infetti ad altri uccelli.
– Devono essere rafforzate le attività di vigilanza sanitaria presso i mercati, mostre, esposizioni ed eventi culturali che prevedono concentrazione di pollame e altri volatili in cattività con particolare
riferimento alla verifica delle aziende di origine e di destinazione degli animali partecipanti a tali eventi.
Il Minsalute coglie nuovamente l’occasione di ribadire quanto comunicato in precedenza ed in particolare:
– Rafforzare l’applicazione delle misure di biosicurezza di cui all’Ordinanza 26 agosto 2005 e successive modifiche, e nel rispetto delle norme anti contagio COVID19, aumentare le attività di vigilanza veterinaria permanente;
– Elevare il sistema di early warning negli uccelli selvatici e negli avicoli domestici mediante il precoce rilevamento e segnalazione alle autorità sanitarie competenti di qualsiasi evento che possa indurre un
sospetto di influenza aviaria;
– Ampliare le attività di sorveglianza attiva e passiva nell’avifauna, con la collaborazione di tutte le
Istituzioni e Associazioni coinvolte, soprattutto tramite il rilevamento di uccelli ammalati o trovati morti,
con particolare riferimento agli uccelli acquatici e ai rapaci. Su tali volatili devono essere effettuati i test
per il tramite degli Izs competenti per territorio al fine di confermare o escludere la presenza di virus
influenzali.
Da ultimo si evidenzia l’opportunità che i cacciatori nell’espletamento dell’attività venatoria, adottino ogni possibile misura di protezione individuale e comportamenti responsabili al fine di evitare il possibile contatto con i virus influenzali. Considerato l’alto rischio di veicolare virus potenzialmente pericolosi tornando da una battuta di caccia presso la propria abitazione, è di fondamentale importanza che sia adottata ogni misura di biosicurezza (cambio vestiario e calzature e accurata igiene personale) al termine dell’attività venatoria, per ridurre al massimo ogni rischio di trasmissione dell’infezione al pollame o a uccelli tenuti in cattività, eventualmente allevati in ambito domestico.