A cura di Daniela Mulas, Fnovi. Il percorso per diventare medici veterinari è lungo, faticoso e al tempo stesso emozionante e ricco di esperienze positive. La laurea è solo il primo passo che ci conferisce un titolo accademico a partire dal quale inizia un durevole e impegnativo viaggio che ci conduce ad essere medici veterinari. La nostra professione con le sue tante sfaccettature ci permette di avere un ruolo attivo nella società civile, parti di un insieme che per funzionare ha bisogno dell’agire di tutti.
Tutti noi ci occupiamo della salute dell’uomo ma lo facciamo in modo diverso, ognuno con la sua sensibilità e guidati dalla consapevolezza che il nostro operare quotidiano può fare la differenza nella prevenzione delle malattie, nel garantire la sicurezza degli alimenti, nella lotta alle zoonosi, nella salvaguardia dell’ambiente e degli ecosistemi. L’allevamento, le industrie alimentari, i laboratori, gli ambulatori, le abitazioni private, le Università, le scuole sono i nostri luoghi di lavoro e in questi luoghi entriamo in contatto con le persone, con gli animali e con l’ambiente e ogni giorno mettiamo in atto il modello di salute unica.
Purtroppo, la nostra professione a volte comporta difficoltà e pericoli che causano conseguenze delle quali mai vorremmo leggere sui quotidiani, ascoltare per radio o vedere in TV. È necessaria un’attenta riflessione su alcune modalità di lavoro in un dibattito allargato che coinvolga tutto il mondo professionale, la società, i decisori politici affinché l’insicurezza non sia più un’opzione disponibile. Anche una sola vita persa è inaccettabile. E la dimensione del dramma si recupera se dietro i numeri si guardano le storie delle persone. È necessario l’impegno di tutti per costruire una cultura della sicurezza che fondi su una rete di responsabilità condivise, chiarendo i ruoli e rafforzando l’attività ispettiva.
Nella foto Chiara Santoli giovane veterinaria morta sul lavoro
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