Il bando di gara scadrà il 9 dicembre, ma per il successore di Domenico Mantoan (dal 29 ottobre dg dell’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali) alla guida della Sanità regionale ci sarebbero già due nomi sui quali il governatore Luca Zaia starebbe riflettendo. Si tratta di Luciano Flor e Claudio Dario, entrambi medici, come Mantoan e come vorrebbe Zaia, entrambi ex direttori sanitari e poi generali di aziende sanitarie del Veneto. Flor, attuale dg dell’Azienda ospedaliera di Padova di cui era già stato direttore sanitario, ricoprendo poi lo stesso ruolo in Azienda ospedaliera a Verona, è tornato in Veneto nel gennaio 2016, lasciando l’Azienda sanitaria trentina per la chiamata del governatore veneto. Sensibile alla richiesta dell’Università di Padova, che non ha mai nascosto la sua stima per il manager di origine trentina.
Può invece contare sull’appoggio del leader della Lega, Matteo Salvini, l’altro «big» al vaglio, cioè Dario, da sempre uomo del Carroccio che però nel 2016 si è scambiato con Flor alla guida dell’Azienda trentina perché non ha gradito lo spostamento dall’Azienda ospedaliera di Padova all’Usl Euganea deciso da Zaia a poche ore dall’annuncio della nomina dei nuovi dg. Alla base della scelta la lentezza dell’iter per la realizzazione del nuovo ospedale di Padova, peraltro tuttora in alto mare. Dario, in passato direttore sanitario a Padova e dg all’Usl di Treviso, a Trento è però rimasto poco. Dallo scorso primo febbraio è infatti direttore generale Salute e Welfare della Regione Umbria, a fianco dell’assessore alla Sanità (leghista) Luca Coletto, che lo stesso dicastero ha ricoperto in Veneto. Inoltre dall’inizio dell’emergenza Covid Dario fa parte della cabina di regia istituita dal ministero della Salute, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni.
Cardiologo, manager preciso e abituato a lavorare in silenzio, non ama la luce dei riflettori e si fa rispettare. A Trento ha vissuto alterne vicende, ora non gli dispiacerebbe tornare in patria (è trevigiano), ma bisogna vedere a che punto sono i suoi rapporti con Zaia. Problema che sembra non avere Flor, però in aprile già pensionabile, come lui stesso ha annunciato più volte. Paletto abbattuto dall’ultima legge approvata, su proposta della lista Zaia, dal Consiglio regionale, che ha alzato a 70 anni l’età del prossimo dg della Sanità e ne ha aumentato lo stipendio dagli attuali 154mila euro più un 10% di premio a una retribuzione tra i 166mila e i 240mila euro.
I nomi di Flor e Dario sarebbero in pole position dopo la scomparsa di quello di Giuseppe Dal Ben, attuale dg dell’Usl Serenissima, e il fallimento della ricerca di manager all’altezza nelle altre Regioni, operata anche attraverso l’Università Bocconi. Naturalmente bocche cucite, soprattutto da parte dei due interessati, ma fa riflettere ciò che ha detto Zaia sabato: «In una situazione di crisi inserire un estraneo in una squadra che funziona sarebbe come azionare un detonatore. Anche perché la nostra sanità è diversa da quella del resto d’Italia». Si riferisce allo stretto collegamento con il Sociale, quindi con il territorio, che ha reso le Usl venete Unità locali socio-sanitarie.
Bisognerà vedere se sul piatto della bilancia peseranno o meno i due «pigmalioni»: Salvini per Dario, l’Università per Flor.