«La deadline per il parere è tra quaranta giorni, venerdì 11 marzo, salvo (non improbabili) rinvii in corso d’opera. Dopo il fisco municipale, in parlamento nella bicameralina sarà prestissimo il momento del fisco regionale e dei costi standard di Asl e ospedali, secondo un calendario che potrebbe essere fissato già a fine settimana dopo il voto (e a seconda del voto) sul fisco comunale». Così il Sole 24 Ore di oggi. «E dopo i sindaci, anche i governatori affilano le armi. Perché la partita sul federalismo fiscale che li riguarda – e che anzitutto riguarda i contribuenti – non è di sicuro meno esplosiva di quella dei comuni. Con la grande incognita dei conti della spesa sanitaria, che arriva anche a occupare oltre l’80% dei bilanci regionali.
Il confronto tra governo e regioni su fisco regionale e costi standard sanitari è andato avanti a lungo e l’intesa finale è stata raggiunta solo il 16 dicembre. Con la promessa dell’Economia di mettere sul piatto corposi ritocchi ai tagli 2011 della manovra estiva; promessa che adesso le regioni attendono di vedere formalizzate già col decreto milleproroghe.
Anche il testo del decreto sul fisco regionale non mancherà di far salire le polemiche e le tensioni politiche. Sugli scudi ci sono senz’altro i governatori del sud, che proprio in queste ore stanno facendo asse sul riparto dei fondi sanitari per il 2011, capitolo legato a doppia mandata col federalismo fiscale. Ma le novità del provvedimento sono numerose e di fortissimo impatto per i contribuenti. Dalla compartecipazione regionale all’Iva, all’addizionale Irpef che potrà salire fino al 3%, passando per la possibilità teorica di azzerare l’Irap. Per le regioni arriva poi la possibilità di staccare gli eventuali dividendi dei proventi dalla lotta all’evasione fiscale, nella quale dovranno avere un ruolo attivo, anche nella definizione degli obiettivi annuali di politica fiscale del governo.
Novità in arrivo sul versante fiscale anche per quanto riguarda il rapporto con le province: nelle regioni a statuto ordinario avranno dal 2012 la compartecipazione all’Irpef, non più all’accisa sulla benzina. E novità per costi standard e benchmark sanitari, che scatteranno nel 2013 sulla base dei bilanci 2011, ma escluderanno regioni e province a statuto speciale che li negozieranno nel rispetto dei propri statuti. Nel benchmark delle migliori ci dovrà essere una regione del nord, una del centro e una del sud Italia. Ma salta la garanzia di considerare nel riparto dei fondi le specificità socio-epidemiologiche territoriali, che il sud invoca.
Dettagli non certo insignificanti. Su cui intanto, almeno per quanto riguarda asl e ospedali, il parlamento ha cominciato a discutere nella commissione sanità del Senato, dove ieri il governatore dell’Umbria, Catiuscia Marini (Pd) – nella foto – in una audizione ha indicato le prime richieste delle regioni: benchmark tra regioni che rappresentino nell’insieme almeno 1/3 della popolazione, criteri di riparto non solo legati all’età della popolazione ma anche a fattori epidemiologici e socio-economici, immediata revisione dei Lea (livelli essenziali di assistenza). “Quelli attuali sono del 2001: è inammissibile – ha detto la Marini – partire nel 2013 con livelli di assistenza di dodici anni fa”.»
Ilsole24ore.com – 2 febbraio 2011