La Stampa. L’impresa di immunizzare in 12 mesi tutta la popolazione italiana potrà diventare più o meno concreta a partire da domani, giorno in cui l’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) dovrebbe dare il via libera al farmaco sviluppato da Moderna. In caso di esito positivo della valutazione, questo vaccino e quello messo a disposizione da Pfizer-Biontech saranno gli unici disponibili in Europa. E, di conseguenza, in Italia. Poi, poco alla volta, arriveranno gli altri.
Con quali farmaci saranno vaccinati gli italiani contro Covid-19?
I vaccini disponibili derivano dall’accordo stabilito a livello centrale dall’Unione Europea con sei multinazionali biotech e farmaceutiche. Si tratta di Pfizer/Biontech, Moderna, AstraZeneca, Sanofi, Johnson&Johnson e Curevac. Nel momento in cui tutti i farmaci realizzati da queste aziende avranno completato la sperimentazione clinica e ottenuto l’ok dell’Ema, saranno messi a disposizione anche della popolazione italiana.
Come è stato definito il piano dall’Unione Europea?
Il 17 giugno la Commissione europea ha presentato una strategia europea per accelerare lo sviluppo, la produzione e la diffusione di vaccini efficaci e sicuri contro Covid-19. Come contropartita del diritto di acquistare un determinato numero di dosi di vaccino, la Commissione ha finanziato una parte dei costi iniziali sostenuti dai produttori di vaccini. Sulla base delle capacità produttive delle singole aziende, chiamate a tenere conto anche delle richieste provenienti da altri continenti e Paesi, sono state concordate le dosi acquistabili dall’Unione. La ripartizione è avvenuta sulla base della popolazione di ciascun Stato membro rispetto al totale degli abitanti dell’organizzazione sovranazionale.
Perché il vaccino sviluppato da Pfizer/Biontech è arrivato al traguardo prima degli altri?
Le due compagnie sono state le prime ad annunciare l’esito della sperimentazione clinica del vaccino BNT162b2. Sulla base della quale oggi si sa che Comirnaty, questo il nome del vaccino, conferisce una protezione del 95 per cento in persone di età pari o superiore a 16 anni. Al primo annuncio risalente al 9 novembre, è seguita la diffusione dei dati il 18 novembre. Poi, a seguire, sono giunte le approvazioni dell’Agenzia del Farmaco britannica (2 dicembre), della Food and Drug Administration (14 dicembre) e dell’Ema (21 dicembre).
Perché il vaccino di AstraZeneca è già usato in Gran Bretagna, ma non negli altri Paesi europei?
Il Regno Unito, attraverso l’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari del Regno Unito, è stato il primo Paese ad approvare l’uso di questo vaccino. Dopo è stata la volta dell’Argentina e di El Salvador. Il farmaco, sviluppato dalla multinazionale in collaborazione con l’Università di Oxford, è il meno costoso (2,8 euro) e quello più semplice da stoccare e somministrare. La partita dell’approvazione è legata alla sua efficacia, variabile tra il 62 e il 90 per cento dei casi. Il dossier, con le varie risultanze, è già nelle mani dell’Ema. Sicurezza ed efficacia non paiono in discussione, ma rimane da chiarire quale dosaggio raccomandare prima del via libera nei Paesi europei.
Detto di Moderna e AstraZeneca, quali potranno essere i prossimi vaccini disponibili in Europa?
A seguire si attendono le mosse di Johnson&Johnson, che ha concluso il trial e sta raccogliendo i risultati. Occorrerà attendere il secondo semestre del 2021, invece, per conoscere i dati delle sperimentazioni condotte da Sanofi e da Curevac.
Quante sono le aziende impegnate nella produzione di un vaccino contro Covid-19?
L’Europa, al momento, ha chiuso gli accordi con queste sei compagnie. Ma in corsa c’è ne sono almeno altre cinque: Novavax, Gamaleya, CanSino Biologics, Sinovac Biotech e SinoPharm. La prima è una piccola azienda biotech che finora non ha mai immesso prodotti sul mercato. Gamaleya ha sviluppato lo Sputnik V, il vaccino usato da mesi in Russia senza che però siano mai stati pubblicati dati di sicurezza ed efficacia. Idem dicasi per i vaccini somministrati in Cina, sviluppati da SinoPharm, Sinovac Biotech e CanSino Biologics.
A che punto è la sperimentazione del vaccino italiano Reithera?
Stamattina saranno presentati i risultati della Fase 1 della sperimentazione del vaccino ReiThera GRAd-CoV2. In caso di esito positivo, è ipotizzabile che il trial possa completare le successive fasi di sperimentazione (2 e 3) entro un anno.
Quando si potrà definire conclusa la campagna vaccinale a livello mondiale?
La corsa al vaccino vede primeggiare le più grosse potenze mondiali. In Africa e nel Sud America, eccezion fatta per l’Egitto e per il Brasile, al momento oltre la metà degli abitanti non risulta coperta dai contratti stipulati dai singoli Stati. Questo nonostante nei Paesi a basso e medio reddito viva più dell’85 per cento della popolazione mondiale. Secondo due studi pubblicati sul «British Medical Journal», un quarto del mondo rimarrà senza vaccino fino al termine del 2022. Così serviranno almeno tre anni per completare la più grande campagna vaccinale della storia. —
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