Il Corriere del Veneto. Salta Fieracavalli. Trasloca integralmente sul digitale Wine2Wine. E il rischio, con l’aria che tira, è che pure il resto del programma da qui a fine anno – oltre a Job&Orienta, già tutto online, anche Mineral Show e Art Verona – finisca nel tritacarne di un nuovo decreto. Certo è che il nuovo decreto anticovid firmato dal premier Conte efficace fino al 24 novembre, sospendendo tutte le fiere, anche internazionali, ha rifilato un montante a Veronafiere. Quella Veronafiere che in vista di Fieracavalli, in origine in programma nei primi due weekend di novembre per «diluire» le presenze, aveva già allestito il padiglione della Coppa del Mondo e stava iniziando a vedere pronti gli altri.
Quella Veronafiere che il 26 settembre, per bocca del suo presidente Maurizio Danese, delineava la terapia d’urto necessaria alla ripartenza, con «una priorità», l’aumento di capitale da 30 milioni per cui si contava di convocare l’assemblea dei soci per il via libera proprio in mezzo ai due weekend di Fieracavalli, dopo aver rifatto le valutazioni, sperando di tornare entro fine anno in assemblea per la sottoscrizione dei soci (dal Comune di Verona, con il 39%, a Fondazione Cariverona, 24%, dalla Camera di commercio, 13%, a Cattolica e Banco Bpm entrambe con oil 7%).
Ma il nuovo stop rischia di rimettere in discussione numeri e scenari e aggrava un quadro di perdite che, anche per Verona, equivale a un -70% di fatturato tra marzo e settembre. Il calendario invariato degli eventi all’estero, Wine to Asia in Cina, in presenza il 20 e 21 novembre a Shenzhen e Vinitaly Russia, in modalità ibrida tra Mosca e San Pietroburgo è magra consolazione. «Un fatto molto grave», così Danese commentava ieri la decisione del governo, «un macigno su un settore già molto penalizzato, ora dai danni per la sospensione immediata, mentre si erano già iniziati gli allestimenti per le manifestazioni». Vedi, a Verona, Fieracavalli, che salta, facendo il paio con Vinitaly.
A differenza del mondo equestre, Wine2Wine vedrà i suoi eventi (B2B e convegni) migrare online. Detto che «in questi mesi ci siamo preparati sia per affrontare in assoluta sicurezza tutti gli eventi sia per integrare evento fisico e digitale», il dg di Veronafiere, Giovanni Mantovani, riassume che «la nostra attività diventa digitale al 100% per le iniziative Wine2Wine exhibition, OperaWine, wine2wine business forum e B-Open, dal 21 al 24 novembre, mentre Job&Orienta, dal 25 al 27 novembre, era già solo online. Il cda valuterà come procedere con Verona Mineral Show Geo Business, fra 27 e 29 novembre, e ArtVerona, dal 10 al 13 dicembre, che ha già l’adesione di oltre 120 gallerie».
Ma la rivoluzione nei calendari è generalizzata in Veneto. Alla Fiera di Padova, che ha fatto appena in tempo ad ospitare Auto e Moto d’Epoca, sono stati annullate le rassegne Tuttinfiera, dedicata agli hobby, il prossimo weekend, e poi Arte Padova, Africa Architectour e Festival dell’Oriente, previste dal 13 al 16 novembre, il 18 e il 19 novembre e dal 6 al 13 dicembre. Per Green Logistic Expo e Flormart, già rinviati a marzo e settembre scorsi, il dg Luca Veronesi ha confermato lo svolgimento il 12-13 novembre e 1.dicembre, online. Mentre LongaroneFiere ha annunciato ieri l’intenzione di riprogrammare sotto Natale la rassegna Arredamont.
Nel frattempo a Vicenza, che era riuscita a tenere l’edizione di settembre con format misto in presenza e online, si guarda al principale appuntamento in programma a gennaio, l’edizione invernale di Vicenzaoro, al momento confermata. Le indicazioni filtrano dall’incontro di ieri tra i soci vicentini di Vicenza Holding e i vertici di Ieg, la fiera che dal 2017 ha unito Rimini e Vicenza. La rassegna orafa è tra i principali appuntamenti del calendario della società. «Vicenzaoro è confermata e si lavora per quello – dice il presidente della Camera di Commercio di Vicenza e socio di Vicenza holding, Giorgio Xoccato -. Ma c’è molta preoccupazione per il futuro».
L’incontro di ieri è stata l’occasione per i vertici di Ieg per illustrare l’iter di fusione con Bolognafiere, avviata con l’accordo siglato dieci giorni fa. Il percorso procede spedito e a metà dicembre è previsto il piano industriale. Ma intanto Vicenza ha portato al tavolo la richiesta di poter contare sulla presenza in cda anche con una quota inferiore al 4%, variando i patti parasociali firmati due anni fa tra i soci vicentini e riminesi. Su questo, nessuna fumata è arrivata dall’incontro, che sarà riaggiornato il mese prossimo e da cui, però, filtra dai soci vicentini «la buona volontà di ambo le parti». La richiesta avanzata dai veneti serve ancome argine in più per garantire la rassegna orafa a Vicenza, visto che un eventuale spostamento dovrebbe essere ratificato all’unanimità dal cda.