Garantire una maggiore integrazione tra le attività di assistenza, didattica e ricerca delle aziende ospedaliere universitarie (Aou)
Superando gli steccati che ancora dividono Università e Servizi sanitari regionali anche rispetto all’utilizzo delle risorse e del personale.
E’ un documento fitto di proposte per migliorare la qualità dell’assistenza e avviare programmi di ricerca in ogni Regione quello redatto dal network di ben 22 Aou che Fiaso (la Federazione di Asl e Ospedali pubblici) ha consegnato oggi al ministro della Salute Ferruccio Fazio nell’incontro fissato in vista del rinnovo della convenzione tra le Regioni e le Università che regola i rapporti tra facoltà mediche e Servizio sanitario nazionale.
Tra le proposte avanzate per favorire le sinergie tra Università e Ssn, accolte con favore dal Ministro, c’è il ruolo primario assegnato al Collegio di direzione, che dovrebbe proporre il Piano unitario e integrato di programmazione delle attività di assistenza, ricerca e didattica con budget per specifici obiettivi e nuovo approccio alla verifica dei risultati, per responsabilizzare gli operatori e integrare al meglio progetti ed obiettivi. La realizzazione degli obiettivi spetterebbe invece ai nuovi Dipartimenti ad Attività Integrata, nei quali le singole unità operative dovrebbero aggregarsi più in base ai percorsi diagnostico-terapeutici e ai bisogni formativi che non alla dotazione dei posti letto.
Innovative anche le proposte sul finanziamento delle Aou, con tariffe “a prestazione” (i Drg ospedalieri), maggiorati in funzione sia dei maggiori costi fissi che di quelli delle singole prestazioni. Un finanziamento
” a funzione” anziché a tariffa andrebbe previsto per attività come emergenza, terapia intensiva e prestazioni ad alto tasso tecnologico. I surplus tariffari dovrebbero inoltre consentire di attivare programmi di ricerca clinica, preclinica e traslazionale in ogni Regione.
Il documento propone poi la corresponsabilizzazione delle Università ai risultati di gestione delle Aou, «definendo a priori in modo chiaro ed inequivocabile le rispettive compartecipazioni e le quote di suddivisione tra i due ordinamenti di eventuali utili o perdite».
Richiesto infine il superamento delle diseguaglianze economiche e giuridiche, cha a parità di attività svolte ancora oggi separano il personale dei servizi sanitari regionali da quello delle università.
sanita.ilsole24ore.com – 8 giugno 2011