All’ospedale Madonna dell’Alto di Petralia Sottana, nel Palermitano, su 1.121 vaccinazioni effettuate (dati aggiornati al 21 gennaio) ce ne sono 333 sotto inchiesta. Una su quattro, arrotondando per difetto. I carabinieri del Nas, delegati dalla procura di Termini Imerese, stanno facendo accertamenti perché a prima vista risultano essere somministrazioni sospette fatte a chi non rientra nelle categorie previste dalle direttive del governo. Non sono anziani delle Rsa, non è personale sanitario, non sono amministrativi né lavoratori delle Asl. Sono invece veterinari, dipendenti pubblici, commercialisti, braccianti agricoli, insegnanti, poliziotti, politici, sindaci, amici degli amici. I cosiddetti “furbetti del vaccino”, per dirla con una definizione assai abusata ma indubbiamente efficace.
Gli investigatori hanno capito che a Petralia Sottana c’era qualcosa che non andava da un post su Facebook scritto il 5 gennaio da una dottoressa in pensione, soddisfatta per aver ricevuto la dose. «Sarebbe stato più corretto vaccinare chi è in prima linea», le risponde un amico in un commento. Che poi è il punto della questione. E non riguarda certo solo l’ospedale palermitano.
Ad oggi i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione guidati dal generale Paolo Carra stanno facendo approfondimenti su 540 dosi arbitrariamente erogate in alcuni centri del territorio nazionale. Le procure di Modena, Ragusa, Reggio Emilia, Forlì, Trapani e Palermo hanno disposto indagini per valutare se, oltre all’inopportunità di scavalcare in lista chi è più esposto al Covid-19, si possa ravvisare il reato di abuso di ufficio. Non è escluso infatti che qualcuno abbia fatto pesare il nome o la carica. Ha fatto molto discutere, al riguardo, la pretesa del governatore della Campania Vincenzo De Luca di farsi vaccinare al Cotugno di Napoli durante il V-Day del 27 gennaio.
A Scicli è saltato il responsabile del punto somministrazioni dell’ospedale Busacca per 24 dosi finite a chi non era nella lista, deferito per peculato e interruzione di pubblico servizio. Tra i destinatari: sua moglie, i parenti della dottoressa che lo ha sostituito. l’ex direttrice sanitaria, cinque ex sindaci, un preside in pensione, la figlia di una dirigente dell’azienda sanitaria provinciale di Ragusa. E ancora: la figlia, il marito e la madre di un’altra dirigente apicale dell’Asp di Ragusa. «Una organizzazione premeditata », sibila il direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò, dopo aver letto il resoconto dell’istruttoria interna. «Quando un intero nucleo familiare che non ne ha diritto riesce a ottenere la vaccinazione vuol dire che dietro c’è una organizzazione. Non è stato un fatto estemporaneo legato alla necessità di non sciupare le fiale ormai scongelate, ma un vero e proprio atto di arroganza».
Rimanendo in Sicilia ma spostandoci a Salemi (Trapani), il Nas ha scoperto 140 vaccinazioni sospette su 546 al presidio “Vittorio Emanuele II”: le dosi Pfizer sono state fatte a insegnanti e dipendenti del comune di Gibellina, ai vigili urbani di Gibellina e Calatafimi Segesta. Siamo ad almeno 540 furbetti, dunque. Su questi stanno indagando. Ma non è detto che siano gli unici.