Coldiretti, associazione allevatori veneti Arav e servizio veterinario Usl hanno invitato gli allevatori a vaccinare i bovini, nel corso della partecipatissima riunione di ieri, nella sede dell’Unione montana feltrina. Se le mandrie non sono immunizzate dalla blue tongue, devono giocoforza rimanere confinate nelle cosiddette zone di restrizione.
La Regione ha stanziato un milione di euro per la gratuità del vaccino, ma non ha ancora erogato la cifra. Così, chi vuole cominciare subito, deve farlo con anticipazione di cassa. E sono già duemila le confezioni di vaccini ordinate dagli allevatori, per tramite dell’associazione di categoria Arav e con la supervisione dei veterinari, destinate ai bovini.
La vaccinazione è l’unico modo per eradicare la malattia blue tongue che ha colpito duramente le greggi del feltrino, con una mortalità di ovicaprini documentata e censita per 180 capi. Ma cominciano a manifestarsi casi di positività anche sulle mandrie, riscontrati in zona Pederobba a pochi chilometri dal feltrino. Se si vuole debellare la malattia e mettere al riparo il settore zootecnico, l’immunizzazione è l’unica strategia. Il responsabile sanità animale dell’Usl 2, Pierangelo Sponga, ha ripetuto ancora una volta che i bovini sono serbatoi virali, quindi portatori. Non muoiono come le pecore, che sono le più sensibili alla malattia catarrale che le uccide, ma sono comunque portatori e qualsiasi spostamento di bestiame senza copertura vaccinale è rischiosa dal punto di vista epidemiologico.
Da qui l’appello di Silvano Dal Paos, presidente Coldiretti di Belluno, e del pari collega per Treviso, Antonio Ciri: «Ad oggi i soldi per le vaccinazioni bovine non sono in cassa. È anche vero che il costo della dose è fissato a meno di un euro al quale va assommato il costo della prestazione veterinaria, poco più che simbolico per intercessione della nostra associazione con la Regione». Con l’Arav, associazione di comparto che ieri all’incontro era rappresentata da Adriano Toffoli, la Coldiretti ha fatto un accordo per mettere subito in campo i vaccini e anticipare i tempi della burocrazia.
Gli allevatori che acquistano dall’Arav le dosi necessarie (servono due vaccinazioni per ogni capo bovino a distanza di quindici giorni l’uno dall’altro), rientreranno di questa anticipazione di cassa quando la Regione provvederà a sanare il debito con l’erogazione di fondi già stanziati, hanno rassicurato i rappresentanti di categoria. Andrea Odorizzi per l’area economica della Coldiretti veneta ha insistito sulla necessità di eradicare il virus estendendo la gratuità del vaccino a tutte le specie dei ruminanti da allevamento «anche perché le aree infette stanno aumentando, a livello veneto, e la malattia si sta evolvendo».
Dall’Arav, con Adriano Toffoli, si è detto che «la fornitura di vaccini a cura dell’associazione allevatori è perché si è in regime di emergenza e perché ogni allevatore si sta facendo i conti su quanto incida sul’economia complessiva dell’azienda la mancata movimentazione del bestiame». Ai cinquemila vaccini già ordinati dal feltrino, se ne aggiungono altri duemila distribuiti fra Feltre e Vicenza.
Laura Milano – Il Corriere delle Alpi – 14 ottobre 2016