di Laura Milano. Un caso conclamato di H1N1, meglio ricordata come influenza “suina”, e tre casi sospetti, per lo stesso ceppo virale in attesa di conferma microbiologica. Il paziente risultato positivo al tampone e ad altri accertamenti ematochimici è un uomo di mezza età, ricoverato in unità intensità e in stanza di degenza dedicata, anche ai fini di contenimento del contagio, da oltre dieci giorni. Dalla direzione di area medica, però, si rassicura.
«Alla diagnosi tempestiva si sono associati l’approccio terapeutico efficiente che favorisce la risoluzione dell’episodio acuto e tutte le misure di sicurezza per confinare il contagio», dice il direttore Lorenzo Tognon. «L’ospedale è attrezzato per far fronte a epidemie influenzali e alle complicanze, e anche a quelle forme atipiche che si presentano spesso, dove il quadro clinico e il decorso non sono sovrapponibili a quelli prevedibili e previsti. Come appunto nei tanti casi di broncopolmoniti che possono insorgere a seguito di influenza».
E in ospedale, in questo periodo, c’è infatti più di un caso di polmonite atipica, quella non provocata dai batteri conosciuti come il pneumococco, presi in carico da vari reparti, primo fra tutti la pneumologia. Si tratta di persone relativamente giovani che nei giorni scorsi, in pieno picco influenzale, si sono presentate in ospedale o vi sono stati inviati su indicazione del medico curante, presentando un quadro clinico (dispnea, cioè difficoltà respiratoria, tosse e febbre) sovrapponibile all’epidemia di influenza H1N1, che ha interessato qualche anno fa anche l’ospedale di Feltre, dove però non si era verificato alcun decesso.
Nel 2011, quando si è ripresentata l’epidemia H1N1, dopo oltre trent’anni dall’ultima di questo stesso ceppo (si parla infatti del periodo a ridosso degli anni ottanta), era deceduto un feltrino di 47 anni all’ospedale San Bortolo di Vicenza dove era in cura per uno dei linfomi più aggressivi. In questo caso l’immunodepressione determinata dalla malattia e dalle terapie, lo aveva reso vulnerabile al virus influenzale e alle complicanze, con esito infausto.
Si era trattato del quindicesimo caso di morte registrato in Veneto dall’inizio dell’epidemia, fra pazienti tutti già gravemente malati. E già allora il dipartimento regionale aveva calcolato che i veneti colpiti da influenza H1N1 fossero circa trecentomila.
La forma H1N1, la cui caratteristica è quella di una contagiosità rapida e capillare, è tenuta comunque sotto controllo dal personale sanitario, su indicazioni del ministero e della Regione. In ospedale i pazienti con sospetto virus influenzale di questo ceppo sono isolati dagli altri pazienti, in attesa di poter escludere, con accertamenti mirati, che si tratti di H1N1. Il ceppo che sta interessando il paziente attualmente in Rianimazione è del ceppo pandemico California, Victoria e Wisconsin.
Il Corriere delle Alpi – 9 gennaio 2015