Calderoli minaccia il voto dopo lo stop in Bicamerale: «O cambiano le commissioni oppure si stacca la spina»
La complessa vicenda dell’approvazione dei decreti legislativi che costituiscono la spina dorsale del federalismo continua a tenere banco. «È evidente che alcune difficoltà nelle commissioni parlamentari debbono essere risolte: se si è in condizione di poterlo fare siamo della partita, se siamo di fronte a un’oggettiva impossibilità tanto meglio staccare la spina». È il ragionamento di Roberto Calderoli, ministro leghista della Semplificazione, in un’intervista a Sky Tg24. Secondo Calderoli, dopo quanto avvenuto con il decreto per il federalismo municipale, «si deve porre il problema della maggioranza oltre che alla Camera e al Senato anche nelle commissioni, questo è il primo punto da correggere». Detto questo, per il dirigente leghista è chiaro che l’obiettivo del federalismo è prioritario rispetto all’ipotesi di voto anticipato: «La Lega da trent’anni insegue il federalismo – ha sostenuto Calderoli – e ragionevolmente in un paio di mesi la riforma del federalismo fiscale avrà un suo quadro generale. Dopo trent’anni di battaglia, e di fronte a due mesi in più per portare a casa il risultato, la spinta di Bossi ad andare avanti è una scelta di buonsenso».
A COLLOQUIO CON NAPOLITANO – «Andremo a parlare con il presidente della Repubblica, ma non domani»: ha poi aggiunto Calderoli. Il ministro della Semplificazione rispondeva a una domanda sull’incontro programmato al Quirinale, con il presidente Giorgio Napolitano e Umberto Bossi, dopo i rilievi sul decreto per il federalismo municipale. «Noi – ha aggiunto Calderoli – abbiamo sempre tenuto in grande considerazione il presidente della Repubblica e periodicamente, con Bossi, andiamo ad aggiornarlo sul cammino della riforma».
PRECISAZIONE – Successivamente però Calderoli affidava alle agenzie una precisazione del suo pensiero. «Staccare la spina? Come accade spesso ultimamente dici fischi e poi trovi scritto fiaschi. La Lega Nord – spiega Calderoli – ha come obiettivo la realizzazione delle riforme e lo stare al governo rappresenta lo strumento proprio per raggiungere questo obiettivo: le riforme. Il federalismo fiscale, nonostante i tentativi di utilizzarlo strumentalmente per dare la spallata al governo ovvero per scavalcare le elezioni in primavera, andrà in porto nel giro di un paio di mesi. Per poter procedere nelle ulteriori riforme, però, non è sufficiente avere una maggioranza soltanto in Parlamento, ma occorre avere la maggioranza anche nelle commissioni parlamentari permanenti, al di là della bicameralina: ottenuta questa maggioranza l’obiettivo è il 2013, con una legislatura che sia costituente. Diversamente viene meno l’obiettivo».
Corriere.it – 7 febbraio 2011